martedì 26 ottobre 2010

Quella triste e dolce novella



Achille Funi Una persona e due età


Col tempo, il volto della  nonna di Davanti San Guido, ha assunto i contorni del viso di mia madre, quando al di là degli anni, mi diceva: "vieni che ti racconto" e mi parlava del suo tempo,  di un’epoca di cui il suo racconto mi rendeva  parte.
La novella di quella poesia mi affascinava, accendeva in me curiosità e fantasia. Da piccola immaginavo e creavo storie di dame e cavalieri con contorni di brughiere e di castelli. Correva il cavallo bianco, tra la fitta boscaglia e i lupi ululanti… ma alla fine lei non rispondeva…
La fantasia mi è stata sempre amica tra i meandri del sogno e dell’immaginazione.
Ma con il passare del tempo, anche il significato delle storie muta e quella novella ha aderito sempre di più alla mia realtà. Ho dato un senso a quei versi, a quelle parole che segnavano le tappe di un viaggio, di un amore tragico, diventato poi  il viaggio dell’uomo che sulla scia di Leopardi corre, anela, si affanna: -sette paia di scarpe, sette verghe di ferro, sette fiasche di lacrime, sette lunghi anni… metafora di una ricerca, ricerca di quella  felicità che diventa poi -ombra fuggente nella notte buia-.
Quei versi mi hanno accompagnato e mi accompagnano nel mio viaggio. Tante cose la vita mi ha insegnato… ma io  spero, e  oggi più che mai spero… che il gallo canti  ma solo  felicità, per l’intera umanità.

O nonna, o nonna! deh com'era bella
Quand'ero bimbo! ditemela ancor,
Ditela a quest'uom savio la novella
Di lei che cerca il suo perduto amor!

Sette paia di scarpe ho consumate
Di tutto ferro per te ritrovare:
Sette verghe di ferro ho logorate
Per appoggiarmi nel fatale andare:

Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.

G. Carducci. Davanti San Guido