sabato 9 ottobre 2010

Invito a cena con ingrediente scuola


Fiore di rododendro

Raccontiamoci un po’ di pettegolezzi e Vincenza ha iniziato, mentre sorseggiavamo, dopo d’aver brindato al nostro incontro, il  prosecco, chi dolce, chi secco.
Vincenza ha conservato la sua esuberanza e ci ha trascinato nelle sue scorribande di lavoro, di interessi, di balli. Faccio il corso di ballo cubano e a forza avrebbe voluto trascinare gli altri tra balli e discoteche. Ma lo sguardo è diventato triste sul personale, sulla fine di ciò che aveva considerato premessa di vita.
La timidezza di Mary ha fatto da contrappunto. Il lavoro in banca la soddisfa e la porta anche in altri luoghi ma l’interesse per lo studio non è sopito e specialmente per le lingue, il francese è la sua passione, la laurea in lingue l’attende. Non si lascia andare a molte confidenze ma si vede che è appagata. Il suo progetto di vita è iniziato con una casa tutta per sé dove l’attende la sua dolce metà.
È poi il mio turno. Vuole che la chiamiamo prof o Anna? Anna naturalmente e il cuore mi si allarga. Ora sono una di loro, mi sento coinvolta nella loro età. Sono passati otto anni da quando ho lasciato la scuola ma loro sono state presenti nelle mie iniziative e le ho sentite vicine e confortanti. La loro esuberanza mi contagia. Ho raccontato  i momenti essenziali della mia vita. Ho parlato dei miei interessi, dei miei libri, della responsabilità che ci deve coinvolgere tutti nella difesa dell’Unità d’Italia, del Tricolore, dei valori, di Roma capitale. Ritornerò nelle scuole a parlare di questo e così concludo.
Elena studia ingegneria, si dedica al teatro, scrive e dice quanto gli è servito il lavoro fatto insieme; parla dell’emozione che ha provato quando al Louvre si è trovata davanti al quadro “La zattera della medusa” di Gericault. Ora scrivo mi dice, ho iniziato una specie di epistolario con un  amico immaginario, mi piacerebbe farglielo leggere. Io sento che sto lievitando sulla sedia. La scrittura ci ha contagiato, me compresa. Tra poco parto per Londra aggiunge Elena; quale museo devo visitare? Mi dia indicazioni. Le indico al momento  la National Gallery  e la  Tate  per la pittura di Turner che aveva ispirato tanti dei suoi racconti. Se ha bisogno di me, mi contatti pure, aggiunge,  e sento che c’è affetto nelle sue parole. Ora è una donna che ha già sulle spalle qualche delusione ma che mi dice felicemente superata con un nuovo amore.
Ambra ascolta e asserisce. Laura dice era impegnata, Andrea è fuori per l’Erasmus, altri non sono presenti per impegni. Lei lavora da quando si è diplomata. Seria e assennata, è una collaboratrice perfetta. Frequenta la facoltà di Scienze dell’educazione e riporta nel parlare ciò che ha studiato. Ho appena fatto l’ultimo esame e ho preso trenta e lode e come poteva essere altrimenti? Assennata e giudiziosa, ha già trovato la sua dimensione di vita che divide con colui che le sta accanto.
Parlano dei problemi del quotidiano, delle difficoltà di trovare lavoro, del mutuo per la casa. Mary che lavora in banca dà consigli. È bello ritrovare le fanciulle di una volta ora donne con valori, principi, interessi e scrittura, con l’amore per la cultura e per le arti.
Sono sempre i giovani il futuro della società; bisogna solo ascoltarli e saperli ascoltare; io ne sono compiaciuta.
Sorseggiamo con gioia, ma la pizza non ci ha soddisfatto. I consigli si susseguono, dove trovarla migliore e questa volta rivesto i panni e do lezione. È questione di pasta non di ingredienti. La vera pizza napoletana è alta con un bel bordo ed è raro trovarla e aggiungo che mi piace la pizza fritta, quella che a Napoli puoi ancora acquistare per strada, piegata in quattro e avvolta nella carta gialla dei macellai.
La cura della linea impedirebbe il dolce ma  alla fine conveniamo di prenderlo e di dividerlo. Panna cotta, torta al cioccolato e torta con i frutti di bosco. Io assaggio e poi mangio i frutti di bosco con Elena, l’abbiamo scelta insieme. Mi sottraggono abilmente il foglio del conto e io apro la scatola dei cioccolatini che mi hanno regalato, li mangiamo e  sono buonissimi.



Tulipano screziato

Decidiamo di uscire dal locale. L’aria è piacevolmente fresca e   ci diciamo le ultime cose. Rivediamoci! È stato bello! Sì! Ci incontreremo a casa. Qualcuna indossa il casco e parte in motorino, altre mi fanno compagnia.
Questa è la scuola che ti lascia dentro qualcosa che il tempo non scalfisce.
È questa la scuola che forma, che educa, che crea amicizie indistruttibili.
Mi chiedono della scuola di oggi e di ciò che sta avvenendo; la “rabbia” mi rode dentro. Dal mio silenzio già capiscono, ma poi aggiungo: non condivido nulla di ciò che stanno cambiando e penso con rammarico a chi è costretto a subirne i cambiamenti insensati. I movimenti in atto, le manifestazioni con una folta moltitudine di partecipanti dimostrano lo scontento generale. Ci chiediamo perché, perché si è così chiusi di mente a non voler vedere, a non rendersi conto del danno che stanno provocando. Le rassicuro sull’impegno degli insegnanti: lavorano bene e curano, a dispetto di tutti e di tutto, i valori educativi.
Anna, c’è la carta igienica nei bagni? Misurata, perché non si spreghi, si paga di tasca propria. E grottescamente  ridiamo sulla negligenza di chi nel riformare distrugge.

Cosa offrire in cambio di una serata così speciale? I fiori del mio giardino, splendidi, come la primavera della loro età.

Qualche imperfezione può essere perdonata? Ogni foto che trovate e che troverete tra queste pagine è il riflesso immediato di uno stato d'animo.

                                                                             Anna Lanzetta
                                                                        annalanzetta@libero.it