giovedì 4 giugno 2020

Il magico fantastico. Fiaba e Favola




Il testo sottostante è frutto del lavoro dei ragazzi del biennio ITIS Meucci, anno 2000 all’interno del progetto “Interazioni”
La fiaba ha origine popolare ed è nata come racconto orale. L’elemento in essa predominante è il magico-fantastico. I protagonisti sono esseri umani affiancati da elementi magici: fate, orchi, streghe, maghi e folletti. La fiaba ha una struttura complessa che può variare a seconda del soggetto, degli avvenimenti e dell’ambiente rappresentati. C’era una volta…Nel libro “Le Mille e una Notte”, la bella e buona Shéhérazade racconta al re, infelice e crudele, una storia ogni notte, per salvare la vita a se stessa e alle altre fanciulle del regno, destinate a morire dopo aver trascorso una notte con lui, per soddisfare la sua vendetta contro le donne, da quando aveva scoperto il tradimento della moglie. Il re Shahriyàr, ascoltando i suoi racconti, se ne innamora e la sposa. Ispirato da questo racconto, Rimskij-Korsakov scrisse una bellissima composizione, una vera musica a programma, basata su quattro movimenti, in cui si individua la voce del terribile Sultano Shahriyàr e quella seducente di Shérérazade. “Aladdin”, ladruncolo sin da piccolo, si innamora della figlia del Sultano, e per conquistarla chiede aiuto al Genio della Lampada. I suoi piani vengono però ostacolati dal consigliere di corte, un mago cattivo di nome Jafar, che per prendersi il trono cerca di sposare la ragazza: Subito la terra tremò e la duna si trasformò nella maestosa testa della Dea Tigre dagli occhi fiammeggiantidi lì a poco si accorse di un qualcosa che la seguiva facendole ogni tanto qualche dispettuccio. Si guardò attorno un tantino spaventata e con la coda dell’occhio scorse un tappeto che si muoveva come un essere animato. Lo strano essere agitava le quattro toppe poste ai suoi angoli come fossero mani e piedi;e si arrotolava, si srotolava, strisciava, svolazzava, correva a nascondersi intimorita…adesso sei tu il mio padrone disse infine ad Aladino, esprimi tre desideri e io li esaudirò purché non si tratti di uccidere, né di resuscitare, né di far innamorare qualcuno. Due bambini di nome “Hansel e Gretel” vivevano con il padre e la matrigna in una misera casa. La matrigna, dato che erano poveri, convinse il marito ad abbandonare i piccoli nel bosco. La prima volta i bambini riuscirono a ritornare a casa, ma la seconda volta si persero e camminando, arrivarono a una casa di marzapane: Il tetto di pasta frolla, la porta di cioccolata e le finestre di zucchero filato, abitata da una vecchina con un bastone e con uno scialle che sembrava una buona persona ma che poi non si rivelò tale. La vecchia che era una strega  li catturò e li mise ad ingrassare, per mangiarseli ben paffuti. I bambini però riuscirono a scappare con un fortino pieno di soldi e attraversando un laghetto a dorso di due cigni, riuscirono a tornare a casa.



“Biancaneve” era una ragazza molto bella. Un giorno venne allontanata dal castello in cui viveva, perché la matrigna era gelosa della sua bellezza. Vagò per molto tempo e arrivò alla casa dei sette nani che l’accolsero come una regina. La matrigna, credendola morta, interpellò  il suo specchio: Specchio specchio chi è più bella di me? Oh mia regina, Biancaneve è più bella di te! La regina, infuriata, mandò una strega a consegnarle una mela. Biancaneve prese la mela ma essendo avvelenata,  morì. I sette nani la misero in una bara di cristallo e la vegliarono giorno e notte. Un giorno passò di lì un principe che con un bacio la risvegliò. “Lo Specchio Magico” narra la storia di una ragazza costretta a scappare da casa per colpa dello zio, che la importunava. Camminando, camminando, si ritrovò in un bosco dove scoprì un castello. Nel castello abitavano due cavalieri. La ragazza rimase a vivere con loro ma un giorno la matrigna, gelosa della sua bellezza, le mandò uno strega che con un capello stregato la fece cadere in un sonno profondo. I due cavalieri, credendola morta, si uccisero. Solo grazie a un bacio del figlio dello zar, la ragazza si risvegliò dal profondo sonno e si sposarono. Ma lei voleva ritornare a casa per rivedere il padre e vendicarsi dello zio, così si imbarcò, ma dato che il capitano la importunava, fu costretta a nascondersi per tornare sana e salva dal padre; una volta scesa dalla nave, raccontò tutta la sua storia a suo padre e fu fatta vendetta.


 La parola favola, deriva dal latino fabula e significa racconto parlato. Ha origini molto antiche, risalenti probabilmente alle antiche culture orientali e occidentali. A quei tempi le favole venivano tramandate oralmente di generazione in generazione e servivano da insegnamento morale. La favola rappresenta i vizi e le virtù umane attraverso il comportamento degli animali. “Il gatto con gli stivali”: Un vecchio contadino morendo lasciò la sua eredità ai suoi tre figli. Al più piccolo lasciò un gatto. Il ragazzo era disperato perché pensava che non gli sarebbe servito a molto. Il gatto sentendo quelle parole si impaurì e disse al ragazzo di procurargli un paio di stivali e un sacco.  Una volta avuti gli stivali magici e il sacco, andò in un allevamento di conigli, ne prese uno e lo donò al re. L’indomani fece la stessa cosa con delle pernici, dicendo al re che gliele mandava il conte di Carabas. Il re gli disse che voleva conoscere il conte per ringraziarlo e il gatto lo condusse dal giovane. La principessa, figlia del re, si innamorò di lui e si sposarono. Una ragazza di nome “Cenerentola” viveva poveramente con la sua matrigna e le sue sorellastre che la trattavano come una serva. Un giorno il principe organizzò un ballo per trovare moglie. Cenerentola voleva partecipare, ma la matrigna e le sorellastre gelose non glielo concessero, così, solo grazie all’aiuto della fatina “Favilla” riuscì a partecipare al ballo e dopo a sposare il principe: La bacchetta magica  trasforma la zucca in un cocchio, i “Topi” in cavalli bianchi e il “cane” in un lacchè. La “fata” che è la madrina di Cenerentola, grazie alla bacchetta riesce ad aiutarla: La fata toccò con la bacchetta la zucca che si trasformò in un cocchio dorato. Prese sette topi bianchi e li trasformò in dei bellissimi cavalli. Trasformò gli stracci in uno stupendo vestito ricamato d’oro e d’argento, e gli zoccoli in scarpette di cristallo…Correndo perse una scarpetta, tutte le ragazze del reame la provarono ma solo a Cenerentola stette”. Una bambina di nome “Cappuccetto rosso” andò dalla nonna malata a portarle un fagotto con delle cose da mangiare. Durante il cammino incontrò il lupo cattivo che le disse che sarebbe arrivato prima di lei a casa della nonna. Cappuccetto ingenua prese la strada più lunga e il lupo furbo prese la scorciatoia e così arrivò per primo. Entrò, si mangiò la nonna e travestitosi da nonna si mangiò anche Cappuccetto Rosso. Arrivò il cacciatore, uccise il lupo e fece uscire dalla sua pancia la nonna e Cappuccetto.Pollicina”: Una donna non aveva figli e voleva avere una bambina, così andò da un fata che le diede un seme. La donna lo piantò e ne nacque una bambina. La bimba però fu rapita da un rospo ma i pesci riuscirono a farla scappare e così si ritrovò davanti alla tana di un topo che la voleva  far sposare con un suo amico talpone.  La bambina riuscì a scappare sopra una rondine parlante e andò nei paesi caldi dove trovò un fiore nel quale vi era il re dei fiori, alto un pollice. I due s’innamorarono e si sposarono: Una donna si recò nel palazzo di una vecchia fata…che le diede un granellino d’orzo…la donna lo piantò. Passarono alcuni giorni e il granellino germogliò e spuntò un fiore…la donna lo baciò e i petali si schiusero…e apparve una bambina piccina. Per culla ebbe un guscio di noce, per materasso polline di fiore e per lenzuola petali di rosa. “La notte dei desideri”: Ma lospirito ogni anno doveva compiere 100 azioni cattive contro la natura. Gli animali essendosi accorti di ciò che faceva, gli inviarono per sorvegliarlo, il gatto parlante Maurice. Malospirito era indietro con le azioni cattive così sua zia Tirannia, anche lei indietro con le azioni cattive, gli propose di fare il Satanarchibugiardinfernalcolico grog di magog, che permette di esaudire un desiderio. Ma i due non riusciranno a fabbricarlo in tempo: Del malvagio è l’ora ottava. La ragione è sempre schiava:vero o falso non ha senso, crepi il senno ed il buonsenso! Sii menzogna; la sua musa! Quando nel crogiolo è fusa, ogni verità è fasulla, la realtà non è più nulla. Non c’è ordine che vale, sia morale o naturale: nell’arbitrio solamente la libertà è evidente. Non avere una coscienza, garantisce l’onnipotenza: giacchè tutto far possiamo, tutto è logico facciamo. Dunque spazzeremo via ogni cosa abbia senso: c’inchiniamo alla follia, al nonsenso e al controsenso. Incantesimo malvagio, intruglia a tuo bell’agio.




Durante l’anno scolastico, abbiamo studiato e analizzato testi di vario genere che ci hanno dato la possibilità di accrescere il nostro bagaglio culturale, di approfondire le nostre conoscere e di accrescere le nostre potenzialità.  Noi crediamo nel valore della cultura e vogliamo che in questa società, che ha saputo negli anni progredire tecnologicamente e innovativamente, si consolidi sempre più il valore educativo e formativo: Ai giorni nostri, quando la lette-ratura è prossima a smarrire il proprio indirizzo e il raccontare le novelle sta diventando un’arte dimenticata, i ragazzi sono i lettori ideali (Isaac Bashevis Singer)