giovedì 28 dicembre 2017

Il presepe: un dolce ricordo


Più passano gli anni, più il presepe diventa importante per me, in attesa del Natale e poi dell’Epifania. È il simbolo di una realtà passata, un susseguirsi di ricordi che il tempo rinvigorisce.
     Ero piccola, ma ricordo con nostalgia l’affanno che spingeva ognuno di noi ad assolvere il compito che gli era stato assegnato. Poco spazio in camera, ma il presepe lo occupava quasi tutto. Fin dal mattino si iniziava a martellare e i rintocchi proseguivano fino all’ora di pranzo, una breve pausa e poi si ricominciava. <<Sono pronte le casette?>>. <<Ho terminato le montagne>>. Quest’anno le grotte si susseguono, ma quella riservata al Bambino è la più grande per fare posto alla Madonna, a San Giuseppe, al bue e all’asinello. <<E gli zampognari?>>. Chiedevo ansiosa! <<Non ti preoccupare, ci sono!>>. Esclamava a voce alta mio fratello, impegnato a completare la struttura. Le mie sorelle disponevano i personaggi: il vinaiuolo e il macellaio avevano il posto migliore e io gioivo perché erano i miei preferiti. L’aia era ricchissima e il piccolo ruscello ospitava lungo le sponde oche e anatre. I pastori pascolavano beati il gregge e guardavano meravigliati la stella splendente che gli indicava il cammino mentre lontano avanzavano sui cammelli  i Magi,  alla ricerca del Re dei Re.
      Questo era ed  è il mio presepe, specchio del mio mondo passato,  che con le sue luci multicolori mi strappa per ore al tempo quotidiano e in ogni simbolo mi incanta, mi stupisce, mi meraviglia,  nell’infanzia ritrovata.
Il presepe è gioia, è amore, è felicità per chi crede alla sua funzione di aggregare  l’intera famiglia.  È meraviglia per i bambini, è ricordo dolcissimo per chi è avanti con l’età e conosce l’importanza delle tradizioni. Il  Natale è una trade union tra passato e presente, un ricordo e un racconto, la  continuità di un sentimento di affetto verso chi non può più allietarlo, è una promessa  mantenuta a  continuare e a narrare, un invito per tutti a  unirsi  per sostenersi e per consolare, è un atto d’amore in cui i personaggi comunicano la vita di un tempo che nei valori non muta: nel bisogno di pace e di solidarietà, perché il mondo diventi migliore.
      Conosco tutti i personaggi che popolano il mio presepe e li custodisco con amore. Di  mattina presto, appena mi alzo, accendo le luci e resto per un attimo abbagliata dal loro brillio che mi riporta un passato felice in cui si mescola la realtà del presente. Nel silenzio, che mi avvolge, ripercorro i momenti più belli della mia infanzia, in cui quei personaggi mi hanno accompagnato. Sistemo un po’ d’erba fuori posto, con delicatezza, quasi una carezza come un tempo la mano lieve di mia madre. Mi commuovo… le luci fanno scudo ai miei occhi lucidi e i ricordi mi assalgono.  Controllo che tutto sia a posto, ogni elemento è una parte di me.
       Ora, di sera, lo guardiamo insieme seduti,  in due. La mia mano cerca la sua e il suo tepore mi riscalda. Pensi che lo conserveranno? Non abbiamo una risposta ma nel nostro cuore speriamo che un giorno, i personaggi possano continuare a vivere e a raccontare la memoria di coloro che lo hanno amato.
      Mentre si consuma il lungo cenone, rigorosamente tradizionale, tra fritto, anguille, zeppole e baccalà, si fa una pausa e si scartano i regali, i più piccoli sono euforici. Arrivano amici ad assaggiare e a degustare prelibatezze e dolci. Ed ecco improvviso il suono che mi riporta all’infanzia. È quasi mezzanotte… mancano pochi minuti, l’emozione mi assale, gli occhi non reggono ma mi freno, forse, penso, non capirebbero, tutti sono impegnati in altro, piano mi alzo, quasi di soppiatto, le mani mi tremano, avverto nel cuore la gioia avvolgente del passato, lo cerco…  trovo il bambino, era nascosto e come una volta, lo depongo nella mangiatoia.  
Una gioia improvvisa mi prende, nulla si è interrotto, la tradizione continua,  sul mio volto vedo i tratti di mia madre che guida come un tempo la mia piccola mano verso la grotta dove campeggia il mio angioletto azzurro… i bambini gioiscono, tutti esultano ma io devo fare un grande sforzo per contenermi, l’emozione è forte e a stento  trattengo le lacrime che ora, mentre  racconto inondano il mio viso e le sento dolcissime.

Un particolare del mio presepe

giovedì 21 dicembre 2017

Con la gioia nel cuore, Buon Natale

Natività, Lorenzo Monaco


Auguro a tutti  di vivere il Natale
come un infinito campo di fiori
profumato di essenze multicolori




sabato 16 dicembre 2017

Bellezze d'Italia: Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio 


Immergersi nel Medioevo è fantastico, tale è stato il mio incontro con questo borgo che richiama epoche passate dove il tempo si annulla.
Situato su una collina, in provincia di Viterbo, il Borgo di Civita è accessibile soltanto a piedi  per mezzo di un lungo ponte in pietra e cemento, che lo unisce a Bagnoregio, il paese dove la maggior parte degli abitanti si è trasferita per motivi di sicurezza.

È soprannominata la “città che muore” perché i residenti sono pochissimi.
Il borgo risente della costante erosione della sua roccia vulcanica nella valle sottostante. È un luogo da visitare molto affascinante e merita una visita  ora che se ne può ancora ammirare la bellezza.

domenica 3 dicembre 2017

Le bellezze d'Italia: Narni

NARNI: Abbazia di San Cassiano

Narni sotterranea. Chiesa di Santa Maria della Rupe

Narni sotterranea è un complesso di ipogei riscoperti a partire dal 1977, costituiti per la maggior parte da cisterne per l'acqua e da locali adibiti a differenti usi, sia dalla popolazione che dagli ordini monastici. Wikipedia


La Rocca di Narni

La Rocca Albornoziana di Narni è una roccaforte situata nell'omonima città, nell'Umbria meridionale. Fu costruita nel 1367 a fini difensivi per volere del cardinale Egidio Albornoz ed è posta a 332 m.s.l.m. Wikipedia


Conoscere Narni, passeggiando per i suoi angoli più riposti