venerdì 25 aprile 2014

25 aprile. Festa della liberazione d’Italia

La memoria è la forza di tutti noi
per ricordare e per insegnare
la “storia”
 

martedì 22 aprile 2014

Un film da non dimenticare, Ugo Cabret



Asa Butterfield è Ugo Cabret

 

Un libro e un film, un connubio vincente per una serata tutta da godere. Immaginazione e fantasia animano ad ogni passaggio l’inventiva di Scorsese e la sua genialità ne esce vincente. L’amore per la lettura che fa crescere, l’amore smisurato per il cinema  che fa sognare si coniugano perfettamente nel film Ugo Cabret a cui dà vita Scorsese dopo la lettura del libro di Brian Selznick La straordinaria storia di Hugo Cabret.

Premio Oscar per miglior fotografia, scenografia, effetti visivi, missaggio sonoro, montaggio sonoro. Quanto basta per incentivare chi non l’ha visto a cercarlo. È raro trovare un film che soddisfi tutte le aspettative dello spettatore,  Martin Scorsese è riuscito in questo progetto. Tutto incanta con un cast perfetto:  Asa Butterfield, Chloë Moretz, Jude Law, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Christopher Lee, personaggi che si muovono tra il reale e il surreale per incantarci con un mondo che ruota tra la suspense, l’attesa, la magia, la ricerca, la speranza e la consapevolezza di ciò che siamo:

 "Mi piace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu!"

Hugo Cabret



E noi per quale motivo?

 


giovedì 17 aprile 2014




È Pasqua. Nel mio giardino nasce la vita.





Pasqua d’amore al mondo e ad ogni cuore
Gioia e felicità a voi, cari amici e  lettori.

Foto di Al.

lunedì 14 aprile 2014

Un mondo incantato. L’Acquario di Genova



Già le immagini dicono tutto di un mondo dove la fantasia può navigare liberamente sul dorso dei delfini o immaginare avventure straordinarie tra squali bellicosi. I colori sono incantevoli  e il contatto con l’ambiente marino è affascinante. L’Acquario di Genova  è un luogo straordinario  per i molteplici  ambienti che ti  rendono parte integrante del mare con le sue creature che attirano, coinvolgono e incuriosiscono.  L’Acquario incanta e istruisce, è un luogo dove guardare, vedere, leggere e sapere si fondono come per magia tra il fantastico e il  reale.
Gli adulti  ritornano bambini sopraffatti dal piacere di sbirciare fin negli anfratti, i bambini gridano di gioia e si educano all’ambiente.  Provare per credere.




Foto di Al.

venerdì 11 aprile 2014

Edvard Munch, artista dell’introspezione




Edvard Munch (Loten, 1863 – Ekely, 1944), Gelosia

Si può esprimere il proprio stato d'animo attraverso l’arte?. La risposta affermativa è nell’arte di Munch con la quale l’artista  esprime emozioni, sentimenti e interiorità. L’arte è lo specchio del suo animo, un diario nel quale egli annota il proprio  mal di vivere che da piccolo lo stordisce con la morte dei suoi cari e che segnerà in modo indelebile la sua esistenza.

"La mia pittura è, in realtà, un esame di coscienza e un tentativo di comprendere i miei rapporti con l’esistenza."

La mostra allestita a Genova nelle sale di Palazzo Ducale ci guida in un’analisi attenta e dettagliata della sua vita attraverso la sua arte con la quale rappresenta il dolore, la solitudine, la morte, la passione e la gelosia. Predominanti sono il colore rosso a testimoniare la lotta di vivere, e il nero simbolo di un’anima morta alla vita. È destabilizzante e devastante l’arte di Munch che obbliga il visitatore a guardarsi dentro, ad analizzarsi, a scandagliare il proprio io in un rapporto costante con la sua arte ma anche estremamente affascinante.

Il volto della sorella morente è evanescente, etereo, solo un’impressione di vita e il naturalismo cede all’impressionismo, poi, andando avanti,  al simbolismo e nel tratto forte anzi fortissimo dei colori dà vita al più cupo espressionismo. L’arte di Munch, innovativa, moderna e inquietante non fu capita e spesso fu rifiutata e osteggiata.

L’arte è per Munch uno strumento con il quale egli si mette a nudo e al quale affida tutto se stesso.   Colpisce, nel percorso in mostra, il colore nero che tratteggia sfondi, figure ma che in effetti traduce il suo pensiero, che egli esprime nelle diverse situazioni che presenta sospese in un tempo senza tempo comune a quanti come lui sono colpiti da circostanze e lutti, un destino crudele  che ne segneranno l’esistenza tra i fumi dell’ alcool.

La sua arte ha un fascino insidioso che porta il visitatore a guardare, a vedere, a scrutare oltre senza mai poter scindere l’uomo dall’artista, ciò che Munch voleva, dato che l’arte è il suo stesso pensiero che egli  materializza con stili e tecniche diverse.

La donna  è amante ma anche vampiro che abbraccia o rode fin nell’inconscio.

Gli occhi sbarrati sul mondo con uno sguardo allucinato indagano e si tingono di ricerca affannosa, di gelosie,  di attese che non verranno, di morte, di disperazione, di malinconia struggente, di una mancanza di identità che tanto attanaglierà l’uomo del Novecento e al quale purtroppo ci sentiamo spesso accomunati.

Benché leggibile nella mostra l’iter artistico di Munch,  mancano i tanti capolavori che ognuno si aspetterebbe di trovare.



Edvard Munch, Vampiro

mercoledì 9 aprile 2014

Il coraggio di una donna, il valore di un’ artista: Frida Kahlo



Frida Kahlo (Coyoacán, 1907-1954), Autoritratto con vestito di velluto, 1926


Donna libera e  indipendente, coraggiosa nelle scelte di vita, imperterrita negli obiettivi, questa è Frida Kahlo quale traspare dalla mostra  allestita a Roma alle Scuderie del Quirinale. Il percorso analizza le diverse tappe della sua vita da quando piccola fu affetta da poliomelite, come si legge nelle didascalie, al terribile incidente che la segnerà per tutta la vita. Gli autoritratti ci trasmettono l’immagine di una donna altera, decisa e sicura nelle sue scelte; lo sguardo ne è la conferma. Una donna di  carattere forte e di grande temperamento,  inflessibile alle avversità, pronta a vivere le gioie della vita e ad affrontare il dolore che la segnerà, in varie circostanze, in modo indelebile. L’arte è per Frida un proprio alter ego, un mezzo per raccontarsi e per comunicare momenti importanti della sua vita: gioie, sofferenze, stati d’animo, amicizie, tradimenti  e situazioni politiche e raramente si dipinge in lacrime.

Dal letto dell’ospedale in cui viene ricoverata dopo il tragico incidente che la vede trapassata da una sbarra, inizia il suo iter artistico; si vede riflessa nello specchio e fa da modella a sé stessa, dipingendo i propri stati d’animo e il percorso tortuoso della sua esistenza estraneo ad ogni elemento rettilineo. Uno dei temi fondamentali  è l’amore da lei vissuto con varie sfaccettature ma resta fondamentale quello per Diego Rivera, che sarà  per lei una grande quercia alla quale si attacca e alla quale resterà abbarbicata per sempre. La sua  pittura spazia tra vari stili e tendenze e sarà  fondamentale  il suo incontro con Andrè Breton teorico del Surrealismo. Vive un’esistenza precaria fino a quando entra come insegnante all’Accademia e vive un’esperienza  fulgida amatissima dai suoi allievi. Impegnata politicamente, poliedrica nei suoi interessi, combattiva negli obiettivi, non pieghevole alle avversità, Frida è l’esempio di donna energica che vuole vivere e che vive malgrado le avversità, con scelte precise e mirate, che fa dell’arte uno strumento per rappresentare l’arte popolare messicana, per  parlare di movimenti artistici, sociali e politici.  Di opera in opera, sembra di assistere a una festa di colori, di solarità, di acconciature, di abiti eleganti ma di fronte al suo sguardo magnetico, predomina la riflessione che porta a indagare, a leggere oltre che a guardare, a scoprire ciò che i simboli vogliono suggerire tra atmosfere astratte e surreali in una simbiosi costante tra la donna e l’artista senza poter tracciare un orizzonte definito tanto è stretto il connubio tra arte e vita.



        
 Frida Kahlo, Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti

domenica 6 aprile 2014

Roma. Il fascino di una città eterna



Passeggiando per Roma, le strade, le piazze, le chiese e i reperti rapiscono ad ogni passo e parlano di storia, di cultura e di atmosfere di altri tempi.
Viaggiare è dare vita a quel senso di appartenenza che si riscopre e si rivive nel contatto diretto con le cose, con gli elementi che compongono l’identità di un  luogo.
Passeggiando per Roma, tutto è poesia, tutto è armonia nell’aria che si respira, nelle bellezze che ci rapiscono e che ad ogni passo segnano momenti di storia, di vicende, di avvenimenti che hanno scandito la vita di Roma, città eterna nella sua apoteosi. Tutto  comunica il senso di bellezza che investe la città: l’oro dei magnifici mosaici, spiranti una profonda spiritualità, i sotterranei che riportano l’impronta di altri riti e di altri tempi, l’alito dei reperti che richiama un passato che ci avvolge forte ad ogni passo. Tutto è grandezza e splendore che stupisce il visitatore e lascia in ognuno un’impronta indelebile. La  lettura della città si infittisce attraverso la monumentalità  che propone ad arte resti archeologici importanti, tipologie di architetture raffinate, personaggi che richiamano l’elemento sacro e quello  profano, ideologie castigate e la grandezza di un passato che  propone con maestria la storia della città dalla sua nascita tra mito e realtà e la  fantasmagoria di un  Barocco pregnante.
Roma giace maestosa sui suoi colli e narra attraverso i suoi tesori la sua storia, la nostra storia in un rapporto di appartenenza con  ciò che costituisce la nostra memoria.  Tutto è affascinante e la scelta delle priorità è difficile: dagli artisti che in ogni luogo l’hanno resa grande, perfetta, irrinunciabile, alle tante storie avvincenti che ad ogni passo la connotano, alle targhe che ne ricordano i momenti di gloria e che parlano al visitatore perché nulla si dimentichi, perché tutto resti per sempre inciso nell’animo.

Viaggio a Roma,  1 - 4  aprile 2014