giovedì 26 gennaio 2017

Propositi dell'anima. Per non dimenticare




Questo filo spinato, ogni giorno penetra, lacerando, il  cuore di ognuno di noi, perché nulla si dimentichi della violenza alla quale direttamente o indirettamente un giorno fummo esposti.nudi, privi di libertà e di dignità.
<<Saremo capaci di capire il messaggio della storia che al momento sembriamo ancora ignorare?>>
<<Saremo capaci di demolire i famigerati muri che annullano il nostro pensiero e la vita di ognuno di noi, perché cancellano  la parola”uomini”, la parola “fratello”?>>
<<Saremo capaci di tenderci le braccia l’un l’altro e di cancellare, specialmente dagli occhi dei bambini, l’orrore di ciò che è stato e che sotto altre forme continua ad essere?>>
Purtroppo di fronte a una “Guernica” che non ha pace, un dubbio atroce ci assale: <<saremo capaci di diventare uomini?>>
Memori di tale e tanta violenza, cerchiamo , uniti,un riparo al nostro animo. 
E tra lo sgomento,  la coscienza parla all’“anima” trafitta  e con  un barlume di speranza, promette un mondo nuovo, rinnovato, quale il cuore desidera, con un  intreccio di mani infinito, e l’immagine che si materializza nella mente,strappa un sorriso, mentre sull’orizzonte vola una colomba dove il “rosso” che al momento la copre cede al “bianco”, che contro ogni violenza, l’ammanta purpureo e immacolato.
L’immagine è bellissima e ci invade una profonda commozione.
<<È forse solo un miraggio?>> Chissà! Ma uniti in un obiettivo comune, possiamo vincere e trasformare la speranza in una realtà dove un  futuro diverso possa regalarci un mondo migliore.
Contro ogni illusione, contro ogni recrudescenza,  non basta volere, bisogna bramare e questo possiamo farlo solo facendo appello alla nostra razionalità e recitando la preghiera della fratellanza, affinché  forte invada il cielo e penetri nel cuore dell’intera umanità.

 

mercoledì 11 gennaio 2017

Un’immersione nell’arte: Sarno, il “Presepe Artistico” di Terravecchia


Il richiamo del presepe è forte in ogni luogo ed è difficile sottrarsi a una visita, ma lo spettacolo proposto dall’Associazione  Terravecchia è indescrivibile. Come ogni opera che per il suo fascino ferma il passo, il presepe situato nella chiesa della Ss. Trinità in via rampe di Terravecchia, blocca all’ingresso il visitatore, mentre l’occhio spazia in una prospettiva che conduce negli angoli più riposti, tra strade, viuzze, scorci storici  e  antichi mestieri che ci fanno riscoprire gli usi e i costumi di un passato,  rivitalizzato  attraverso una magnifica arte presepiale.
Tutto è armonia nella scelta dei materiali, dei manufatti, nella costruzione scenografica piramidale, che spinge dalla piana verso l’alto, e si ferma al campanile di San Matteo che tanta storia racchiude in sé.


Un allestimento che denota una ricerca accurata e minuziosa  dei singoli elementi capace di farci riscoprire il passato, di  educare i ragazzi  alla storia del proprio territorio,  di nutrire la memoria e di sollecitare l’attenzione per un tempo  da non dimenticare.
Tutto è studiato, calibrato con una professionalità che nulla lascia al caso. Ogni scena è un raffinato dagherrotipo di un passato che riporta  uno scorcio di vita che fa dire:<< Mi ricordo!>> E la commozione quasi sovrasta il ricordo. <<Mi ricordo!>> E insieme lo spazio si slarga fino ad inglobare il visitatore che tra memoria e curiosità si lascia trasportare dalla perizia di chi, animato dalla passione  ci conduce tra le abitazioni più o meno ricche dove il fascino del particolare emoziona e di passo in passo sembra che tutta l’opera diventi un quadro, un magnifico quadro d’autore di fronte al quale si instaura un dialogo muto, silenzioso e avvolgente con il proprio passato; un’opera d’arte capace di dire infinite cose, di inviare messaggi fino a scaldare il cuore di ognuno in un plauso continuo verso chi spinto da passione ci fa un tale dono. La rappresentazione ricca di scene sposta l’occhio attento dalla ruota del mulino, al fornaio , allo spettacolo di Pulcinella, alla dolcezza della capanna su cui converge il tutto.


Una mostra scultorea di costumi epocali e di caratteri fisionomici troppo spesso dimenticati, di una comunanza di vita vivace, coinvolgente e solidale, di una vita semplice ma laboriosa, una scelta di elementi,  in cui si legge l’invito a riscoprire e ad amare il territorio e a sostenere oggi la volontà di chi per esso si prodiga.


È stato il più bel regalo che Sarno potesse offrire in occasione del Natale.
Un grazie di cuore a chi con tanto amore continua la tradizione del presepe, all’Associazione  Terravecchia e  ai tanti che partecipano alla  realizzazione di un’opera così ricca di fascino e di memoria, ai giovani, pieni di inventiva e di capacità, ai quali resta affidato il nostro futuro e verso i quali dobbiamo avere tutti un occhio di riguardo.