giovedì 27 dicembre 2012

Dopo la lettura di "La violenza sulle donne"





Edvard Munch, L'assassino, 1910, Munch museet - Oslo


Sono tante le donne che continuano a morire e nulla cambia per la loro difesa.

Inserisco volentieri sul mio blog, le bellissime parole di Silvia e il brano di Roberto De Simone che mi ha inviato.

Mia cara Anna,
non manco mai di seguirti attraverso il tuo blog, attraverso il quale ho appreso, con gioia e commozione, della nascita del tuo primo nipotino. Un bimbo fortunato, ad averti come nonna! Così, come fortunata sono io ad averti avuta, come insegnante, un tempo e, come amica, oggi.
Per questo e in occasione della Festività dell'Immacolata Concezione, in risposta al tuo articolo "La violenza sulle donne", desidero condividere con te questo bellissimo brano di Roberto De Simone, qui interpretato e sofferto da Isa Danieli:

http://www.youtube.com/watch?v=0tZL5xhP8eE&sns=fb


DEDICA SEGRETA


Alla sconosciuta che da cinquemila anni sostiene sul suo petto il peso delle bocche di tutti gli imperi del mondo.

A lei, quando le tolsero la corona regale e la deportarono lontano lasciandole il solo nome di Ecuba o di Isabella.

A lei, quando violarono la verginità del suo utero profe-tizzante la follia degli uomini come Cassandra o una qualsiasi donna del Salento perchè posseduta dalle sue stesse catene.

E a lei, sempre negra e schiava...
come un’africana perchè bruciata dal sole dei campi dove il suo sudore ha resuscitato ogni anno il ritorno del grano.

A lei, quando le uccisero il figlio in guerra o sulla croce per soddisfare solo alla gloria del Padre.

Ancora a lei, quando fu rapita dai turchi e venne portata al Serraglio per saziare la libidine del Gran Signore.

Ugualmente a Roma o Parigi dove lo stesso luogo più civilmente era detto “bordello”.

Sempre alla stessa che, nei secoli passati tentava di guarire i suoi mali con le erbe mediche dell’incantesimo.

E allora il Santo Uffizio la bruciò viva per un milione di volte dopo averla torturata con la frattura di tutte le sue ossa.

E sempre a lei, che oggi vive a Casatori di Salerno o in un altro paese contadino, dove come bracciante agricola si leva alle cinque del mattino e si ritira alle sette di sera per il rame di una moneta bucata.

E interrogata sul perchè non si rivolge ai sindacati risponde che non può, altrimenti perde anche l’usura di quel poco metallo già così logorato.

E infine a lei che, costretta a lasciare le campagne, oggi vive a Napoli in via Petrarca o in via Manzoni.

Qui fa la cameriera guadagnando i soli cocci delle sue lunghe giornate.

Talvolta la figlia della sua signora, travestita da rivoluzionaria le dice:- Maria, puliscimi le scarpe.-

E lei ubbidisce perchè l’altra non sa che da sempre e solo lei è la Madonna.



Un abbraccio infinito,
Silvia

Un grazie di cuore,
Anna