venerdì 26 febbraio 2016

Quando la musica insegna la vita





Ezio Bosso, un grande musicista,
un grande uomo che insegna il valore della vita.



Ezio si avvicina alla musica all'età di quattro anni. A 16 anni debutta già come solista in Francia e inizia a girare le orchestre di mezza Europa, ma è l'incontro con il maestro Ludwig Streicher che segna la svolta della sua carriera artistica, indirizzandolo a studiare Composizione e Direzione d'Orchestra all'Accademia di Vienna.
Nel 2011 scopre di essere affetto da una malattia neurologica degenerativa (la SLA), che non limita però la sua creatività.
Un esempio di vita per tutti, una vita come ha detto lui da vivere insieme.

lunedì 15 febbraio 2016

Henri de Toulouse-Lautrec, l'espressione della vita



Ci sono artisti che ti colpiscono al primo impatto, al primo sguardo e ti lasciano nel cuore una profonda impronta. Henri de Toulouse-Lautrec è uno di questi. La sua arte, nelle molteplici espressioni, suggestiona, coinvolge, intriga in un susseguirsi di riflessioni. Seduto su una sedia disegna la vita e quella di molti, di tutti noi senza indulgenze ma con una vena sottile di ironia. Si interroga, con le dita si regge il ginocchio ma lo sguardo indagatore si rivolge a sé stesso e penetra dentro di noi. Una vita, colpita, lo induce a viverla attraverso l’arte che diventa espressione dei suoi pensieri, il suo modo di guardare, di vedere, di interrogarsi, un suggello alle sue tristezze e alla sua malinconia ben celate da un’estrosità, da un delirio della vita non vissuta appieno.

Jane Avril che balla, 1893


La morte a 37 anni porrà un freno prematuro alla sua arte, alla sua capacità di indagare, di guardare dentro gli uomini e le cose, tasselli della sua conoscenza,  del suo modo di ritagliarsi la vita in quel mondo apparentemente affascinante della Belle Epoche, del Moulin Rouge. Non un lampo di gioia o di felicità si coglie nelle sue opere ma un senso del grottesco in cui egli si mette in gioco con le sue stravaganze, un eloquente  rincorrere la vita che non ebbe. Notevole è il forte espressionismo dei personaggi, espressioni del  suo modo di scavare, di scandagliare per trovare un senso alla vita, alla sua vita.
Nella ricchezza delle sue opere, trovo la presenza del suo animo anelante ad ergersi in quello spazio che la natura gli ha negato e ripiegato verso il basso, una dimensione che fa di lui un gigante dell’osservazione e di una rappresentazione dell’uomo, affidata ad una tecnica personalissima che non trova pari. 



Ballo al <<Moulin Rouge>>, 1890    


L’arte ha il grande pregio di narrare l’esistenza e l’intera realtà con un linguaggio che apparentemente muto risuona nello spettatore con sonorità atta a farti aprire gli occhi, a guardarti dentro, a scoprire attraverso forme, linee e colori quella diversità che evidente in alcuni, ognuno di noi si porta dentro fatta di pregiudizi, di isolamenti, di individualismi che troppo speso ci impediscono di cogliere il senso più vero di una vita, della vita, della nostra stessa vita.
Cosa si cela dietro le maschere che Tolouse Lautrech applica ai suoi personaggi? Forte è lo sguardo verso chi fa dell’arte uno strumento di vita, di piacere, di sopravvivenza, ma essenzialmente verso sé stesso per vivere almeno in apparenza l’avventura di una vita che gli fu ostile. E se non fosse stato così poco benvoluto dalla vita a quale genere di arte si sarebbe rivolto? Forse la stessa o avrebbe prodotto qualcosa che non sapremo mai. Intanto lo scorrere delle sue opere è un’indagine minuziosa e accurata dell’animo umano che l’arte è in grado di rivelare. 




<<Moulin Rouge>>: La Goulue, 1891