lunedì 28 maggio 2012


Giovani 2012



San Marcello Pistoiese

Quale futuro per i nostri giovani? Giovane è stato sempre sinonimo di progetto, di forza, di bellezza, di irruenza, di passione, di generosità, di curiosità, di altruismo. I giovani rappresentano il futuro di un paese, del mondo. Se i giovani sono forti, belli, irruenti, generosi, curiosi, preparati, con l’intelligenza coltivata, avremo un futuro vivibile e sostenibile che creeranno a loro volta una generazione simile alla propria e il mondo continuerà ad essere bello e ben vissuto.

Cosa è successo alla nostra generazione per togliere ai nostri giovani la speranza del futuro? La globalizzazione, il consumismo, hanno portato all’invasione totale della Finanza. Il mercato globale ha avuto bisogno sempre di più di crescere e il turbinio ha coinvolto molti che per questo hanno abbandonato morale, necessità di una istruzione opportuna e intelligente. Il dio denaro ha sostituito in tanti politici il senso dello Stato. Ha reso indispensabili bisogni inopportuni. L’arrivismo ha reso tanti cinici ed egoisti. La corruzione è diventata “sistema”. Gli ideali di onestà e servizio sono stati calpestati e derisi.

Ai giovani non resta che “consumare” e ricercare nel fatuo le loro esigenze. Gli spazi lasciati vuoti dalla famiglia non sono compensati dalla scuola. La scuola da traino è diventata soma! Non colma le differenze metodologiche di apprendimento! I “nati digitali” vivono una scuola obsoleta che arranca nel proporre obiettivi noiosi e non riconosciuti. Le famiglie colmano gli spazi vuoti dalla loro presenza con spazi cibernetici e virtuali che annullano la realtà. Tutto questo ci porterebbe a un futuro vuoto senza progetto per i giovani che comunque sono belli, riscopriranno la loro forza e la loro irruenza, sapranno riconoscere la passione, diventeranno generosi, risveglieranno la loro curiosità e si renderanno conto che la cultura conta più del virtuale. Che è bello vivere il mondo e assaporarlo. Che il calore dell’amico e della famiglia può scaldare più della fredda play station!

E genereranno nuovi giovani più belli, più forti, ecc…………!


young 2012


What future for our young? Young has always been synonymous of project, strength, beauty, vehemence, passion, generosity, curiosity, altruism. Young people represent the future of a country in the world. If young people are strong, beautiful, impetuous, generous, inquisitive, prepared with cultured intelligence, we will have asustainable and livable future that will create a generation in turn similar to its own and the world will continue to be beautiful and well-lived.

What has happened to our generation to remove our young people the hope of the future? Globalization, consumerism, led to the invasion of Total Finance. The global market has needed more and more to grow up and the whirlwind that has involved so many have left the moral need for an proper education and clever. The God Money has replaced in so many political sense of the State. It made the essential needs inappropriate. The social climbing has made many cynical and selfish. The corruption has become a "system". The ideals of integrity and service have been trampled upon and laughed.

To young people outside only have to "consume" and search in fatuous their needs. The empty spaces left by the family are not compensated by the school. The school from to be towes has become a soma ! Does not fill the methodological differences of learning! The "born digital" living in a school obsolete trudging propose targets boring and not recognized. Families fill in the blanks from their presence with cyber spaces and virtual reality that cancel. All this would lead us to an empty future without a project for young people who are still beautiful, will rediscover their strengths and their impetuosity, will agree the passion, become generous, awaken their curiosity and realize that culture has more of the virtual .That is good to live and savoring the world. That the heat of his friend and family can heat more than cold play station!

It will generate new younger more beautiful, stronger, etc. ............

Prof. ssa Maria Lucia Querques
Dirigente scolastico
Istituto Onnicomprensivo San Marcello Pistoiese (Pt)


mercoledì 23 maggio 2012



I giovani ci insegnano: cambiare si può




Edvard Munch (Loten, 1863-Ekely,1944),
Malinconia,1892

L’Italia sta vivendo uno dei periodi più bui della sua storia. La violenza incombe a tutti i livelli della vita di relazione. La violenza fisica annichilisce, quella verbale offende con un uso improprio della parola e del gesto. Un clima di paura si è instaurato nel paese, il terrore di ciò che è nascosto e che potrebbe esplodere. La preoccupazione di non farcela lacera la quotidianità. L’economia va a rotoli e non lascia nessuna speranza di ripresa. Soltanto i giovani reggono con forza e coraggio, con la caparbietà di chi lotta tenacemente contro un sistema che ne ha annientato e che ne annienta ogni aspettativa. I giovani rivendicano i propri diritti e lottano per una società migliore. Ci insegnano che insieme si può cambiare e capire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. La Storia nutre i giovani con i suoi archetipi, esempi di moralità e rettitudine e nulla indulge al parassitismo, ai facili guadagni, alla segmentazione sociale. Il sistema educativo, fondamentale per la formazione, attinge dalla storia passata e presente esempi per discernere il bene dal male e risvegliare lo “spirito di operosità” e il senso di rettitudine.

Intorno ai giovani che muoiono vittime di menti malate, i giovani reagiscono con pudore, con dignità e con forza. I giovani, sono la nostra risorsa, gli unici capaci con la loro lungimiranza di demolire i pericoli reali e ideologici, di lottare contro chi si è adoprato con ogni mezzo per cancellare virtù, valori e tradizioni immemore della “coscienza” alla quale i giovani si appellano; la “coscienza”, nostro alter ego che attraverso voci illuminanti, ci richiama ai doveri del vivere civile e al senso di umanità e di umiltà.

Il malessere che ci opprime è inquietante. Tutto sembra crollarci addosso in un clima di violenza perpetrante. Bambini martoriati. Giovani falcidiati. Diversi perseguitati. Donne uccise e violentate. Disperati e suicidi. Una povertà dilagante che colpisce inesorabile. Tutto ci richiama una notte profondamente buia dove nessun bagliore si intravede e la malinconia regna sovrana. Anche la natura è risentita. Crollano i muri, e ai morti e feriti si aggiunge la perdita del nostro patrimonio artistico. La “fame” si erge accusatoria contro chi sperpera impunemente e miete vittime. E in tale stato, i giovani sono la nostra unica luce. Operano tra mille difficoltà, crescono in sapere e si attivano tra indigenze e disillusioni continue. Lavorano nel sociale, lottano contro la criminalità e partecipano attivamente perché nulla sia dimenticato. Guardano ai più deboli e attuano nelle scuole progetti per educare alla LEGALITÁ, fonte di educazione e di crescita morale, in nome di chi per essa è morto, perché nulla sia dimenticato.

Stretti in un abbraccio comune, i giovani si rivolgono a noi, per dirci che un domani diverso è possibile; a noi, colpevoli di non averli saputo tutelare. Sono loro oggi a impartirci lezioni di vita; sono loro, portatori di nuove ideologie per un progetto di vita sostenibile. Sono loro ad agire senza lasciarsi facilmente strumentalizzare. Mai come in questo momento la parola “rispetto” investe ogni campo e ogni momento del nostro vivere. Rispetto per se stessi, per gli altri, per l’infanzia, per i deboli, per i bisognosi, per i diversi, per l’ambiente, per il territorio. “Rispetto” per le “Leggi garantiste”, per le “Istituzioni”, per l’ “Istruzione”, per la “Storia”, affinché il nostro Paese abbia un domani diverso in cui il presente sia soltanto un’ombra.



Anna Lanzetta,
responsabile della Sezione Didattica
Associazione Culturale Multimedia 91





sabato 19 maggio 2012




                                                         La strage degli innocenti





                                          Guido Reni, La strage degli innocenti, 1611, part.


È da stamattina, da quando ho appreso la notizia del lutto che ha colpito la città di Brindisi e gli studenti dell'Istituto Professionale "Francesca Morvillo Falcone"che ho voglia di esprimere il mio cordoglio, la mia solidarietà, il mio dolore per ciò che è accaduto nel modo più efferato che si potesse immaginare, ma solo ora riesco a coniare un pensiero e lo faccio con molta fatica. Mai si era arrivati a colpire una scuola e a tradire i giovani fino a procurarne la morte. È questo ciò che mi lacera nell’intimo e che acuisce in me lo sgomento per la violenza che si sta impadronendo del nostro paese, del timore che possa dilagare a dismisura e imbrigliarci in un lutto conglobante tutti senza rimedio, perché siamo indifesi, sempre più indifesi ed esposti senza argini verso chi vuole colpirci al cuore.

La scuola è il cuore di un paese che trova in essa l’humus per crescere in un rapporto educativo e formativo. Chi tocca la scuola ferisce tutti noi  al cuore ma forse non sa quanto coraggio nutre i giovani che virgulti forti non si lasciano piegare. Mai come ora e le parole che abbiamo ascoltato lo dimostrano, i giovani piangono i morti e i feriti ma forti e coraggiosi chiedono a tutti noi di esserlo altrettanto, di unirci con responsabilità per poter sorreggere il paese e insieme loro.



 


                                             Guido Reni, La strage degli innocenti, 1611, part.


Anna Lanzetta

domenica 13 maggio 2012



A Maria Tecla, mia madre



SYLVIA LEFKOVITZ

Zitti, coi cuori colmi,
ci allontanammo un poco.
Tra il nereggiar degli olmi
brillava il cielo in fuoco
. . .Come fa presto sera,
o dolce madre, qui!
Vidi una massa buia
di là del biancospino:
vi ravvisai la thuia,
l'ippocastano, il pino. . .
. . . Or or la mattiniera
voce mandò il luì;
Tra i pigolìi dei nidi,
io vi sentii la voce
mia di fanciullo . . . E vidi,
nel crocevia, la croce.
. . . sonava a messa, ed era
l'alba del nostro dì:
E vidi la Madonna
dell'Acqua, erma e tranquilla,
con un fruscìo di gonna,
dentro, e l'odor di lilla.
. . . pregavo . . . E la preghiera
di mente già m'uscì!
Sospirò ella, piena
di non so che sgomento.
Io me le volsi: appena
vidi il tremor del mento.
. . . Come non è che sera,
madre, d 'un solo dì ?

Me la miravo accanto
esile sì, ma bella:
pallida sì, ma tanto
giovane! una sorella!
bionda così com'era
quando da noi partì.

Giovanni Pascoli
Canti di Castelvecchio, Mia madre


Anna Lanzetta