sabato 17 novembre 2018

Omaggio a Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019

San Giovanni in Monterrone. Santi  

Matera, uno dei luoghi più suggestivi e incantevoli d'Italia, dichiarata dal 1993 Patrimonio Mondiale dell’Unesco e scelta come Capitale Europea della Cultura per il 2019, affonda la sua storia in un tempo remoto e segna le tappe dell’uomo dall’età paleolitica ad oggi, dai villaggi neolitici fino alla costruzione della Civita e dei Sassi. Dal periodo dei romani fino al 1638, quando ottenne la libertà demaniale, Matera è stata luogo di dominazioni, di conquiste e di saccheggi. Ridotta a feudo e ceduta a vari domini, ha subito nel tempo la dominazione di famiglie potenti come gli Orsini. L’origine del nome è controversa. C’è chi afferma che derivi dal greco “Meteoron”, chi dal termine greco-jonico Matera, ossia “madre” ma tutte le ipotesi restano tali.
Città della Basilicata, capoluogo della provincia omonima, Matera è situata a 401 m sul versante occidentale delle Murge. Include l'area dei Sassi, un complesso di Case Grotta scavate nella montagna. Evacuati nel 1952 a causa delle misere condizioni di vita, i Sassi ospitano ora musei.
Il nucleo più antico è disposto in parte sul fianco scosceso della Gravina, in parte sul margine dirupato del pianoro e entro brevi gole. Il torrente Gravina affluente di sinistra del Bradano, scorre nella profonda fossa naturale che delimita i due antichi rioni della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso. Il Sasso Caveoso è disposto come un anfiteatro romano, con le case-grotte che scendono a gradoni.
Con l’età dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello dell’attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina. "Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà. Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza", "…fu dapprima esperienza, e pittura e poesia…e poi teoria e gioia di verità per diventare infine apertamente racconto…". Nasce così “Cristo si è fermato a Eboli”, il libro-documento scritto da Carlo Levi, quando confinato ad Aliano (Matera), ebbe modo di conoscere la realtà di questo territorio e di descriverla. Secondo Calvino: Carlo Levi è il testimone della presenza di un altro tempo all'interno del nostro tempo, è l'ambasciatore d'un altro mondo all'interno del nostro mondo.

Matera, Santa Maria di Idris  


I “Sassi”, antichi rioni, dal punto di vista artistico, unici nel loro genere, sono case scavate nel tufo, sovrapposte irregolarmente lungo i due avvallamenti del Sasso Barisano e del Sasso Caveoso, a ridosso della Gravina. Essi ci riportano ai primi insediamenti dei villaggi sparsi, dove ogni gruppo viveva in modo autonomo, separato dagli altri: «La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. I lumi notturni la fan parere un cielo stellato» (Giovan Battista Pacichelli, Roma, 1634-1695, Il Regno di Napoli in Prospettiva). La struttura architettonica e le decorazioni pittoriche sono tra gli aspetti più interessanti della civiltà delle grotte. A partire dall'VIII secolo, monaci benedettini e bizantini si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in Chiese rupestri. Se ne contano più di 120 e conservano affreschi bizantini straordinari che consentono una lettura del tempo. Santa Maria di Idris, Madonna delle Acque,  sorge nella parte alta del Monterrone, una rupe calcarea che si erge nel mezzo del Sasso Caveoso e offre una vista spettacolare sull’altopiano murgico. La chiesa è collegata alla cripta rupestre di San Giovanni in Monterrone attraverso un cunicolo, dove si trovano numerosi e pregevoli affreschi databili dal XII al XVII secolo. Oltre l’aspetto decorativo delle chiese, colpisce l’aspetto devozionale, legato a un’economia rurale, per il culto dei Santi protettori delle attività artigianali e delle corporazioni. Il territorio che circonda Matera è ricco di resti preistorici.

Il nostro omaggio continua

venerdì 2 novembre 2018

A ricordo di un amico

Ad Antonio

Caro Antonio, non avrai pensato di essere solo in questo momento, non potevamo, né volevamo e come vedi  siamo tutti qui riuniti per renderti l’ultimo omaggio e suggellare un rapporto di amicizia, iniziato molti anni fa ma che durerà per sempre nel tuo ricordo. Come un tempo ti  siamo  vicini parenti e amici, quasi a sostenerci, perché  il tuo trapasso ci priva di un dialogo che ha animato molti momenti del nostro stare insieme e ha dato un senso profondo al sentimento dell’amicizia che tu hai nobilitato.  Come vedi   io, Carolina, Aldo e Gaetano  ti siamo  accanto come sempre, memori del percorso di vita trascorso insieme e che tu hai sostanziato in ogni momento.
L’amicizia è un sentimento che nessun tempo potrà  cancellare anzi mai come ora, sei presente tra noi con i ricordi dei momenti  vissuti insieme, alla luce del tuo sapere, della tua intelligenza, della tua capacità di andare oltre le cose.  Non si muore se il ricordo permane intatto nella memoria  di quanti ti hanno conosciuto, anzi  nel tempo  diventa un volto che come un dagherrotipo ritorna. Conoscerti è stato per tutti noi un piacere e un onore, oggi memori di quell’amicizia che hai saputo donarci con le tue attenzioni e le tue premure. Qualcosa manca oggi a tutti noi, la tua presenza, le tue idee e i tuoi valori con  i quali ci siamo confrontati e arricchiti. Non sarà la morte a interrompere l’amicizia che hai saputo profondere a piene mani, senza mai risparmiarti ma da oggi si salderà ancora più forte perché nessuno muore se ha ben seminato e tu lo hai sempre fatto con la sensibilità  che ti ha sempre distinto nelle parole e nei comportamenti misurati, attenti perché nessuno ne avesse a dolersi. Il ricordo che tu lasci in noi è il riflesso di quella  gioia semplice e autentica che dimostravi e che rende unica un’amicizia che si fortificherà nel valore che tu le hai saputo donare.

  Aldo e Anna Esposito
                                                                                        23 ottobre 2018