Frida Kahlo
(Coyoacán, 1907-1954), Autoritratto
con vestito di velluto, 1926
Donna libera e indipendente, coraggiosa nelle scelte di
vita, imperterrita negli obiettivi, questa è Frida Kahlo quale traspare dalla
mostra allestita a Roma alle Scuderie del
Quirinale. Il percorso analizza le diverse tappe della sua vita da
quando piccola fu affetta da poliomelite, come si legge nelle didascalie, al
terribile incidente che la segnerà per tutta la vita. Gli autoritratti ci
trasmettono l’immagine di una donna altera, decisa e sicura nelle sue scelte;
lo sguardo ne è la conferma. Una donna di carattere forte e di grande temperamento, inflessibile alle avversità, pronta a vivere
le gioie della vita e ad affrontare il dolore che la segnerà, in varie
circostanze, in modo indelebile. L’arte è per Frida un proprio alter ego, un
mezzo per raccontarsi e per comunicare momenti importanti della sua vita:
gioie, sofferenze, stati d’animo, amicizie, tradimenti e situazioni politiche e raramente si dipinge
in lacrime.
Dal letto dell’ospedale in cui
viene ricoverata dopo il tragico incidente che la vede trapassata da una
sbarra, inizia il suo iter artistico; si vede riflessa nello specchio e fa da
modella a sé stessa, dipingendo i propri stati d’animo e il percorso tortuoso
della sua esistenza estraneo ad ogni elemento rettilineo. Uno dei temi
fondamentali è l’amore da lei vissuto
con varie sfaccettature ma resta fondamentale quello per Diego Rivera, che sarà
per lei una grande quercia alla quale si
attacca e alla quale resterà abbarbicata per sempre. La sua pittura spazia tra vari stili e tendenze e
sarà fondamentale il suo incontro con Andrè Breton teorico del
Surrealismo. Vive un’esistenza precaria fino a quando entra come insegnante
all’Accademia e vive un’esperienza
fulgida amatissima dai suoi allievi. Impegnata politicamente, poliedrica
nei suoi interessi, combattiva negli obiettivi, non pieghevole alle avversità,
Frida è l’esempio di donna energica che vuole vivere e che vive malgrado le
avversità, con scelte precise e mirate, che fa dell’arte uno strumento per
rappresentare l’arte popolare messicana, per parlare di movimenti artistici, sociali e
politici. Di opera in opera, sembra di
assistere a una festa di colori, di solarità, di acconciature, di abiti
eleganti ma di fronte al suo sguardo magnetico, predomina la riflessione che
porta a indagare, a leggere oltre che a guardare, a scoprire ciò che i simboli
vogliono suggerire tra atmosfere astratte e surreali in una simbiosi costante
tra la donna e l’artista senza poter tracciare un orizzonte definito tanto è
stretto il connubio tra arte e vita.
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