venerdì 5 novembre 2010

4 novembre: fotografare la storia




Fratelli
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
 
           Giuseppe Ungaretti




Non mi era mai capitato di toccare la storia e di viverne direttamente  la tragedia. Andavo verso il Passo Pellegrino quando mi sono imbattuta in questo luogo che indicava lo scavo delle trincee.
Non si può non visitare un luogo che richiama alla memoria momenti di una tragedia infinita. Giusta la commemorazione della fine della Grande guerra ma questi luoghi implicano un netto rifiuto di tutto ciò che è morte, in nome di tanti giovani che, al di là della propria appartenenza, in quelle trincee lasciarono la vita e le speranze di un avvenire certamente diverso.
I soldati sono tutti uguali di fronte alla morte e la poesia e il racconto di chi visse l’orrore della guerra e la disperazione di una morte non chiesta, non voluta, esemplificano ancora oggi la realtà di tanti giovani che in guerra lasciano la vita e il giovane Adelchi che prossimo a morire fa riflettere  Desiderio, suo padre, sull’inutilità della guerra e sul suo rifiuto. Spero che queste immagini trasmettino questa triste realtà.

 

Pasubio
Morto.Lacerato.Smembrato.
Mamma,cosa ne dici? Il figlio ti hanno preso!
Tu non lo vedrai mai più. Neppure il suo cadavere.
Forse oggi riceverai una lettera:
"Sono sano, sto bene".
Poter piangere, gridare, urlare!
Più non posso mandare giù tutto ciò, non ci riesco più!
Più non posso stare qui seduto tranquillo!
Tutto finisce. Tutto ha un limite.
Lanciarsi con la testa contro questa roccia,
fino a stramazzare al suolo, fino a perdere conoscenza.
Robert Skorpil