Pompei, Via dell'Abbondanza
Tutto sembra volgere alla fine. La fine di tutto!.
Tutto va a rotoli. Tutto si degrada per incuria, per dimenticanza, per tagli, per inettitudine, per incompetenza.
Abbiamo troppo e non sappiamo conservarlo? Forse non vogliamo! Forse non sappiamo più apprezzarlo!.
Nella furia del momento, di un tempo che si tinge sempre più di buio, ci stiamo dimenticando di tutto, anche del nostro patrimonio, prodigio di secoli, specchio del nostro passato, nostra grande, unica e vera ricchezza.
Colpisce profondamente il crollo della scuola dei gladiatori, uno degli edifici simbolo di Pompei, di un passato che tutti dovremmo difendere contro gli insensati tagli che stanno distruggendo il nostro spirito e la nostra memoria.
Siamo tutti con il fiato sospeso. Che deve succedere ancora per ridestarci dal torpore in cui siamo caduti?. Siamo poveri e non solo economicamente. Siamo diventati poveri di pensiero, di aspirazioni, di attenzioni alla nostra identità.
Mai come in questo momento e di fronte a tale scempio, suona grave offesa lo spreco di chi ha tanto, il frastuono di vuote e inutili immagini, lo spregio della cultura.
Tutto sta crollando intorno a noi, non siamo più capaci né di difenderci né di reagire contro i cataclismi che ci seppelliscono con cumuli di macerie e di odori nauseabondi, contro l’abbattimento di pensieri e di ideologie, un tempo nostro vanto.
In un’Italia che sembra destinata al declino, il crollo della scuola dei gladiatori appare come un richiamo alla realtà, il segno tangibile di un paese che sta crollando sotto i macigni dell’ignoranza e dell’incompetenza, un segno della nostra follia, affinchè si risvegli in noi quello spirito tenace e volitivo che da sempre ci ha guidato e distinto.
Una simile empietà ci fa orrore e imperativo suona per tutti il monito a vergognarvi e a vergognarci.
I Gladiatori, mosaico
Anna Lanzetta