Caspar David Friedrich (1774-1840), Viandante in un mare di nebbia
“…forse non siamo soli in questo
mondo, forse al di là del mare e
delle montagne c’è qualcuno,
uguale a noi oppure diverso,
qualcuno che condivide i miei
ideali, che crede in ciò che è giusto.
O forse un essere che nega i
concetti di libertà e fraternità e che
non conosce il significato di amore
ma solo quello di odio.
Forse non c’è nessuno o forse egli
In questo momento si sta logorando
Con le stesse mie domande e si
Chiede chi mai potrà esserci oltre
Questo mare di nebbia…”
( C. D. Friedrich)
Non possiamo leggere ciò che esprime il volto del viandante, ma immaginarne il disgusto possiamo.
Fermo sul dirupo, l’uomo assiste al profondo smarrimento dell’umanità in cui l'uomo come lui è solo e disperato.
Ogni opera d’arte può essere letta in relazione al tempo e in rapporto al nostro tempo Friedrich realizza appieno il tema del “Sublime” come catastrofe, in una nebbia che, ingrossandosi, sembra voler avvolgere il mondo in un groviglio inestricabile.
Honoré Daumier (1808-1879), La Rivolta
Cosa si sta consumando al di là del nostro mare? Di questo Mare nostrum solcato da secoli e secoli di storia. Luogo di vittorie, di sconfitte, di viaggi, di poemi. Alcova di relitti, di profughi, di rifugiati; un ponte per sottrarsi alla morte, al dolore, alla sofferenza.
Al di là del mare il mondo è in fibrillazione in nome di un cambiamento che si chiama “libertà”. Aspirazione difficile da condividere dai governanti e sedata anche con crudeltà.
Si ripete dunque lo spettacolo dello sterminio, delle fosse comuni, di inermi trafitti, di tante donne e di bambini trucidati che ci gridano il loro orrore?.
Nessun despota può essere accolto senza offendere i nostri valori. Mai! La nostra dignità grida il proprio rifiuto. Mai! E specialmente quando si sa cosa pullula sotto la sua pelle.