domenica 15 marzo 2015

Meraviglioso Boccaccio, un’elegia dell’amore


I novellatori

Il film di Paolo e Vittorio  Taviani, Meraviglioso Boccaccio, offre una lettura del Decamerone che diventa uno spaccato di vita.
Le cinque novelle ci conducono attraverso il racconto dei giovani nei luoghi più salubri  lontano dalla peste, metafora del male, del peccato, della morte che colpisce implacabile, che annulla anche gli affetti più cari.
La fotografia trasforma il paesaggio in una galleria d’arte che rispecchia perfettamente, come la colonna sonora,  situazioni e stati d’animo.
I costumi ricreano la Firenze del 1300 ma i temi  sconfinano nella modernità di oggi con i suoi valori e le sue negazioni.
Un film calibrato in ogni espressione, in ogni manifestazione d’affetti che travalicano il contingente.
È un inno alla vita che riempie le narici del profumo dei fiori, del sacrificio d’amore, della coscrizione e della ricerca dell’amore, un’elegia dell’amore, un desiderio di vita troppo spesso negato che fa riflettere e pensare al ruolo della donna nella società, vilipesa, picchiata, martoriata ma anche forte nella sua dignità che preferisce morire e gridare al padre il sopruso di un sentimento che nemmeno la morte annienterà.

C’erano in sala alcune scolaresche che, adeguatamente guidate, hanno imparato che ogni testo si può leggere con molti linguaggi e che ogni elemento si può decodificare oltre le contingenze.