lunedì 20 settembre 2010

Pagine di storia: 20 settembre 1870 La Breccia di Porta Pia





« Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l'intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d'essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza »
(Johann Wolfang von Goethe, Italienische Reise, Viaggio in Italia, 1813-1817)

« Roma è la sola città d'Italia che non abbia memorie esclusivamente municipali; tutta la storia di Roma, dal tempo de' Cesari al giorno d'oggi, è la storia di una città la cui importanza si estende infinitamente al di là del suo territorio; di una città cioè destinata ad essere la capitale di un grande Stato. »
(Cavour, Discorso al Parlamento di Torino, 25 marzo 1861)

Il 20 settembre 1870, Roma, la città eterna, diventa capitale d’Italia.
La presa di Roma non fu né facile né indolore.
Non riuscì l’azione di Garibaldi e dei garibaldini, sconfitti a Mentana (3 novembre 1867) da un corpo di spedizione giunto dalla Francia.
Vani furono gli  appelli che il re Vittorio Emanuele II rivolse al papa Pio IX perché cedesse Roma.
Inevitabile fu quindi il ricorso alla forza.
All’alba del 20 settembre 1870,   l'artiglieria italiana cominciò a colpire Porta San Giovanni, Porta San Lorenzo, Porta Pia e Porta Salaria, concentrandosi in particolare sul tratto di mura tra le ultime due porte.
Alle 9.00, un tratto delle mura a destra della michelangiolesca Porta Pia crollò, e si aprì una breccia.
Alle 9.45 l’artiglieria dell’esercito italiano, bersaglieri  e fanti, guidata dal generale Raffaele Cadorna, al grido di "Savoia!", aprì una breccia di circa trenta metri nelle mura della città ed entrò in Roma.
Roma era italiana!.
 
Sventolava il tricolore con lo scudo sabaudo, tolto poi perché il tricolore diventasse “ La bandiera nazionale italiana”, quella indicata dall’art. 12 della Costituzione:- La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Dice De Sanctis: "Abituati a vedere la nostra bandiera, oggi la guardiamo con indifferenza, senza ricordare che è stata bagnata da tanto sangue ed ha ispirato tanto entusiasmo. Con che palpiti, quei tre versi del verde, rosso e bianco erano mormorati sottovoce, quando pareva un sogno vedere sventolare la bandiera tricolore!".
E la bandiera di tre colori / sempre è stata la più bella: / noi vogliamo sempre quella, / noi vogliam la libertà!…
(Anonimo del 1848)
Anna Lanzetta