Crocifissione 1993
Mamma non posso dimenticare, mi ha detto mio figlio con emozione… non posso dimenticare la frase di quel film …mentre lo accompagnavano verso la sedia elettrica… gridava uno dei carnefici: “uomo morto in marcia”, nel film “Dead Man Walking- Condannato a morte, dal libro di Prejean Helen.
Cosa significa, mi sono chiesto... avviene proprio così? Dove inizia e dove finisce il cinismo di questi uomini? Cosa provano mentre gli infilano l’ago per l’iniezione letale? Cos’ è la vita di un uomo per un altro uomo? Mai dimenticherò il volto di quel condannato, con i tratti del bravissimo Sean Penn, un volto indefinibile nella sconfitta della vita, nella vittoria della morte. Ancora mi sto chiedendo cosa avrà pensato il condannato in quel tratto di corridoio… al dolore straziante della mamma? Ai suoi cari? Ai suoi amici? Ai suoi amori? Ai suoi progetti di vita ? O all’infinita immensa bellezza del mare, del cielo, di un prato di girasoli, o al sublime coro degli uccelli, all’irrefrenabile corsa di un torrente? Si sarà sentito egli stesso torrente nel vortice della vita? Torrente… che correva a gorghi verso un domani ormai precluso?.
Mamma, mi ha chiesto angosciato… cosa pensi che si provi quando ti strappano a forza la vita e la morte diventa spettacolo? Si può togliere a un uomo ciò che gli appartiene di diritto? Quanti delitti accadono ogni giorno per impiccagione, lapidazione, iniezione? C’è una morte meno atroce di un’altra?
La morte è morte e ha un solo volto, un solo spasimo, un solo grido, contro l’umanità inerte a sopperire.
Mi terrorizza la morte, ma ancora di più il pensiero che in ognuno di noi esista questo stato di violenza che ci rende “animali” in cerca di una preda. Come si può considerare morto un uomo che respira, che ha palpiti, che ha un cuore, che pensa, che vive… come si può alzare la scure e colpire chi nasce con noi da uno stesso utero sanguigno?.
Secoli e secoli di storia mi passano da un tempo lontano, proiettati in un tempo futuro intriso dello stesso odio, della stessa violenza perpetrata a un volto dai contorni sfumati, dai colori indefiniti, da una fisionomia alterata dal terrore della morte…lì vedo un uomo straziato, in fondo una donna lapidata, accanto un bimbo abbandonato. Interrogo la Croce che domina ma senza esito questa immane follia. Quanti conoscono la lezione di Beccarla? Quanti fingono di non conoscerla? Straordinario messaggio umano ignoto ai più.
Uomo che uccidi: io non ti conosco! E con terrore guardo in me, con angoscia interrogo il mio io e il dubbio di ciò che saremo e di ciò che sarà mi toglie il respiro nell’attesa lacerante di sapere.
Francis Bacon,
Dublino1909,Madrid 1992, Crocifissione1933
Anna Lanzetta