mercoledì 8 aprile 2015

Non è Pasqua senza il “Brindellone”.



La mattina  del giorno di Pasqua, a Firenze, piazza del Duomo si riempie di persone, che confluiscono da ogni parte per assistere allo Scoppio del Carro del fuoco pasquale detto “Brindellone”, posto nel centro della piazza tra il Battistero e la Cattedrale, una cerimonia popolare che si ripete da più di 9 secoli. 
Era il 1099 quando il crociato Pazzino de’ Pazzi avendo scalato per primo le mura di Gerusalemme, fu ricompensato da Goffredo di Buglione con tre pietre del Santo Sepolcro, portate a Firenze e usate per accendere il cero del Sabato Santo.
Le sacre reliquie, dopo varie collocazioni, sono conservate nella  Chiesa dei Santi Apostoli,  fin dal 1785. Dopo la cacciata dei Pazzi da Firenze, in seguito alla congiura da loro ordita contro i Medici, nel 1478 fu vietata la festa dello scoppio del carro. Ma poiché i Fiorentini non gradirono tale risoluzione, la Signoria ordinò ai Consoli dell’Arte Maggiore di Calimala, amministratori del Battistero di San Giovanni, di provvedere ai futuri festeggiamenti così come si usava fare prima della congiura con il fuoco santo che veniva acceso proprio con le scintille sprigionate dallo sfregamento delle tre schegge di pietra del Santo Sepolcro.
 



Il Carro di legno, alto 11,6 metri e del peso di 40 quintali, scortato dalle autorità e  dal Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, formato da 150 fra armati, musici e sbandieratori, si muove dal deposito del piazzale di Porta al Prato per raggiungere piazza del Duomo, trainato da due paia di candidi bovi infiorati.
Durante la celebrazione della Messa, si interrompe il rito nel momento liturgico del "Gloria in excelsis Deo" (verso le ore 11) per consentire alla “colombina”, un razzo dalle sembianze di un bianco piccione, di partire dall’interno della Cattedrale, raggiungere il Brindellone e accendere i fuochi pirotecnici che tra i tre strati che compongono il carro sfavillano alti e bassi tra uno  sfolgorio di luci e di colori per concludersi con l’apparizione del Giglio, simbolo di Firenze che cattura l’applauso.  
L'attuale liturgia colloca la celebrazione della Resurrezione non più al Sabato Santo, ma alla Domenica di Pasqua.   
L’antica festa  richiama una gran folla di turisti, di cittadini e  di numerosi contadini della campagna fiorentina che traggono gli auspici per il raccolto dal felice esito della corsa della colombina sulla corda, che deve svolgersi senza alcun intoppo.
 



Il  carro era inizialmente molto più semplice di quello attuale, ma a causa delle deflagrazioni e delle vampate che sopportava ogni anno, a cerimonia avvenuta, doveva essere quasi del tutto ripristinato. Parve quindi giusto ai Pazzi, ritornati al potere nel 1494, con la cacciata dei Medici, di  allestirne uno molto più solido ed imponente. Fu dunque, costruito il grande carro del tipo "trionfale" a tre ripiani, ricco di decorazioni, che anche a distanza di tempo, ne regge l’usura.




Aldo Palazzeschi così lo descrive: "Il rito rappresenta la benedizione del fuoco. L'Arcivescovo si reca la mattina nella più antica chiesa della città, quella dei SS. Apostoli dove si conserva il fuoco benedetto, ivi lo prende per portarlo all'altar maggiore del Duomo, da dove la colombina in forma di piccione, la colombina famosa, si parte lungo un filo per andare ad accendere il carro sulla piazza davanti alla porta centrale; e sempre schizzando fuoco dalla coda ritorna all'altar maggiore.
Il vecchio carro... tirato da tre paia di buoi infioccati e adornati di specchi per la solennità, tra una gazzarra urlante di monelli, lentamente e traballando se ne viene fin sulla piazza fra il Battistero e la Cattedrale. Per il suo incedere lento e dinoccolato il popolo lo chiama "brindellone". A mezzogiorno, quando la Messa è al "Gloria in excelsis Deo", un pompiere salta su una scaletta simile a un gatto, e senza dare il tempo di accorgersene appicca il fuoco alla colombina che per due volte striscia infuocata lungo tutta la chiesa sopra la folla rumoreggiante. Dalla riuscita più o meno perfetta del suo volo si traggono i pronostici di fortuna o di disgrazia per l'anno corrente".