Entriamo a Matera, uno dei luoghi più suggestivi e incantevoli d'Italia,
dichiarata dal 1993 Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Matera, la città dei Sassi
I “Sassi” (gli antichi rioni), dal punto di vista artistico, unici nel loro genere, sono case scavate nel tufo, sovrapposte irregolarmente lungo i due avvallamenti del Sasso Barisano e del Sasso Caveoso, a ridosso della Gravina. Essi ci riportano ai primi insediamenti dei villaggi sparsi, dove ogni gruppo viveva in modo autonomo, separato dagli altri.
"Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà. Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza" (Carlo Levi)
Del suo soggiorno in terra lucana Carlo Levi dice:"…fu dapprima esperienza, e pittura e poesia…e poi teoria e gioia di verità per diventare infine apertamente racconto…" Nasce così “Cristo si è fermato a Eboli”
« La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. I lumi notturni la fan parere un cielo stellato. » (Giovan Battista Pacichelli, Roma, 1634-1695, Il Regno di Napoli in Prospettiva).
Matera affonda la sua storia in un tempo remoto e segna le tappe dell’uomo dall’età paleolitica ad oggi, dai villaggi neolitici fino alla costruzione della Civita e dei Sassi. Dal periodo dei romani fino al 1638, quando ottenne la libertà demaniale, Matera è stata luogo di dominazioni, di conquiste e di saccheggi. Ridotta a feudo e ceduta a vari domini, ha subito nel tempo la dominazione di famiglie potenti come gli Orsini.
La Gravina
La Gravina è un profondo burrone lungo quasi venti chilometri che si snoda da Matera fino alle alture argillose di Montescaglioso.
Città della Basilicata, capoluogo della provincia omonima, Matera è situata a 401 m sul versante occidentale delle Murge. Il nucleo più antico è disposto in parte sul fianco scosceso della Gravina, in parte sul margine dirupato del pianoro e entro brevi gole.Il torrente Gravina affluente di sinistra del Bradano, scorre nella profonda fossa naturale che delimita i due antichi rioni della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso. Il Sasso Caveoso è disposto come un anfiteatro romano, con le case-grotte che scendono a gradoni.
Con l’età dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello dell’attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina.
Le grotte
A partire dall'VIII secolo, monaci benedettini e bizantini si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in Chiese rupestri.
Giovanni Pascoli (1855-1912), giunse a Matera il 7 ottobre del 1882 per insegnare latino e greco nel locale Liceo Ginnasio. Nelle lettere che inviava alle sorelle Ida e Maria, scriveva: “Sono a Matera sin dalle ore prime antimeridiane del 7. Arrivai all’una dopo mezzanotte, dopo molto trabalzar di vettura, per vie selvagge, attraverso luoghi che io ho intravisto notturnamente, sinistramente belli.(…) Una città abbastanza bella, sebbene un poco lercia.”
“I contadini vanno vestiti nel loro simpatico ed antiquato costume e stanno tutto il giorno, specialmente oggi che è domenica, girelloni per la piazza. Hanno corti i brachieri e scarponi grossi senza tacco, una giacca corta e in testa un berrettino di cotone bianco e sopravi un cappello tondo. Sembrano che si siano buttati giù dal letto in fretta e furia, e si sian messi per distrazione il cappello sopra il berretto da notte.” (Lettera del 7 ottobre 1882)
"Non c’è un libro qua, da vent’anni che c’e’ un Liceo a Matera, nessuno v’è uscito con tanta cultura da sentire il bisogno d’un qualche libro; i professori pare che abbiano avuto tutti la scienza infusa; e perciò di libri non s’è n’è comprati. Ci vorrebbe forse un sussidio del governo, ma il Governo probabilmente non ne vorrà saper nulla". ( Lettera del 1902 al Preside del Liceo di Matera Vincenzo Di Paolo)
“Come mi giova, dopo una vita così torba tornare a cotesta serenità di pensiero e di parole, che avrei dovuto prendere da lei in quella povera città di trogloditi, in cui vissi così felice, sebbene così pensoso! Sì: delle città in cui sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia”. ( Lettera del 5 ottobre 1883 a Giosuè Carducci)
Lapide posta il 16 dicembre 1962, a ricordo del soggiorno (1882-1884) di Giovanni Pascoli a Matera.
Anna Lanzetta
continua