martedì 4 ottobre 2011

Viaggiando con artisti e letterati 3, La Locride IV



Siderno nelle acque cristalline del Mar Ionio

Viaggiando nella Locride si entra nel cuore della Magna Grecia e se ne respira la storia.


Ogni angolo della Locride è storia, arte e cultura. Gli usi, i costumi, i riti religiosi, i colori, i suoni e i sapori ne definiscono l’identità.

Reperti archeologici, necropoli bizantine, chiese e monumenti ne indicano gli stili artistici e architettonici e ci riportano al passato della Locride, importante crocevia di culture.




Ingresso a Gerace e il suo bellissimo panorama


« Piena di palazzi bellamente situati, posta su uno stretto margine di roccia [...] Meravigliati da tanti panorami che si presentano da ogni lato; ogni roccia, Santuario o palazzo a Gerace sembravano essere sistemati e colorati apposta per gli artisti... » (Edward Lear, Londra, 1812-Sanremo,1888, Diario di un viaggio a piedi,1847)

Uno dei centri più importanti della Locride è Gerace, città d’arte e città santa perché i suoi monumenti sono espressione di stili e di spiritualità: Gotico, Bizantino, Normanno e Romanico, riti latini e riti ortodossi.

L’abitato presenta un tessuto urbanistico medievale, diviso in Borgo (parte bassa), Borghetto (parte intermedia) e Centro (parte alta).
Il castello normanno, i balconi artistici, i pregevoli portali e le chiese indicano un passato importante, raccontano la storia della città e incantano il visitatore ma in alcuni punti l’abbandono è palese anche se è in atto un tentativo di riutilizzo e di restauro.
L’arte della tessitura e la lavorazione dell’argilla e della ceramica richiamano l’antico artigianato greco.



 

Veduta esterna della Cattedrale

La Cattedrale, costruita dai Normanni tra il 1080 e il 1120 in stile romanico-normanno è orientata, secondo lo stile bizantino, con le absidi a oriente e l’ingresso a occidente. È dedicata a Maria Assunta, ed è il più grande tempio antico della Calabria.

Ogni elemento della costruzione stupisce come i capitelli in stile corinzio-asiatico. Ma è l’ altare a catturare l’attenzione perché, consacrato dal Vescovo GianCarlo Maria Brigantini e dal metropolita Grecoortodosso Mons. Spiridione il 9 luglio 1995 in occasione del 950° anniversario della prima consacrazione della Cattedrale, è il primo altare dopo la separazione delle due Chiese avvenuta nel 1054, ad essere consacrato da due Vescovi in riti diversi. L’altare è dedicato all’unità della Chiesa, come si può rilevare dalle due scritte, in greco e in latino “INA OSIN EN-UT UNUM SINT”.




Cripta greco-bizantina

La parte più antica della Chiesa è la Cripta greco-bizantina, ricavata in parte nella roccia, costruita probabilmente su un antico oratorio bizantino. Le colonne di varia natura e origine sorreggono volte a crociera del IX / X sec. 

Il tesoro della Cattedrale di Gerace conserva oggetti liturgici molto preziosi e tra questi una Croce reliquiario del XII sec. in filigrana con zaffiri e smeraldi. Secondo la tradizione fu il Vescovo Atanasio Calceopylo a portarla da Costantinopoli nel XV sec. Secondo altri studiosi probabilmente dono di Ruggero II alla Cattedrale, proveniente da una bottega orafa di Gerusalemme (notizie ricavate dal dépliant che illustra la Cattedrale).




Il fastoso altare maggiore seicentesco della Chiesa di San Francesco, in marmi policromi intarsiati, costituisce una delle più alte espressioni  del barocco calabrese.

La chiesa di San Francesco d’Assisi, costruita intorno alla metà del XIII secolo, da San Daniele, compagno di San Francesco, è tra i maggiori esempi di stile gotico della Calabria. Sulla facciata si apre un bel portale gotico acuto a triplice archivolto intagliato, ricamato con delicati fregi e motivi geometrici di stile arabo-normanno. La facciata è arricchita da una modanatura, da diversi capitelli e da una svastica raffigurante il sole che, nella simbologia orientale, rappresenta l'eternità.




Sulla stessa piazza, detta delle tre chiese, si erge la Chiesa di San Giovanni Crisostomo (o di San Giovannello). È un piccolo edificio costruito nel secolo XI, e che mantiene ancora oggi la funzione di chiesa con rito greco-ortodosso.
L’atmosfera che vi si respira è di profonda spiritualità. Dal 1993, la Chiesa è stata affidata al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e nel 1997 è stata elevata a Santuario ortodosso panitalico.




Per le strade di Gerace


Per le strade, mentre le attraverso, c’è molto silenzio come se il tempo passato avvolgesse col suo manto  il presente e la mia sensazione è che tutto preferisca vivere nella memoria trascorsa di un tempo arabo, normanno o bizantino (ma non senza aspirazione al restauro).

Il gelato è buonissimo e l’invito a ritornare diventa sempre più pressante, mentre varco l’uscita da un territorio (portando con me questi miei scatti), in cui tangibile è la voce di scrittori e poeti, di miti; un territorio capace di dare emozione e commozione per ciò che è stato, per ciò che è, per ciò che può ancora essere.

Anna Lanzetta

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