martedì 18 marzo 2014

I bambini dovrebbero soltanto studiare e giocare.



Chi è il bambino dei tappeti? È il titolo del testo teatrale scritto e rappresentato da Giovanni Esposito.
È la storia di Iqbal Masih, il bambino pachistano che si ribellò allo stato di schiavitù a cui sono costretti milioni di bambini senza poter mai respirare la propria infanzia.
Il testo associa alle parole immagini di bambini costretti al lavorare in stato di schiavitù, esposti a qualsiasi  ritorsione sia fisica che mentale da parte di padroni senza scrupoli che ne sfruttano il lavoro e le abilità con scarsa remunerazione, per la produzione di tappeti che rivenderanno a prezzi altissimi.
Giovanni Esposito come sempre affronta i temi sociali in cui è da tempo impegnato e con gesti e con parole ha coinvolto gli spettatori e i bambini che domenica 16 marzo, affollavano alle ore 16.30 il Teatro delle Spiagge, in Via del Pesciolino a Firenze.
Il problema dei bambini trasformati troppo spesso in -cose- da utilizzare a proprio piacimento è una vergogna per l’intera umanità. Non si può rubare l’infanzia come non si può togliere ai bambini l’aria che respiriamo e che tutti hanno il diritto di avere.
Il teatro è uno degli strumenti più efficaci per capire e imparare a non commettere più soprusi verso i bambini che sono figli ciascuno di ognuno di noi senza confini e senza colori.
Iqbal si ribella a uno stato di sfruttamento  verso il quale reagisce mettendo in gioco se stesso. Impara a leggere e a scrivere perché capisce che la cultura è l’unico strumento di difesa e vuole diventare avvocato per difendere tutti i bambini schiavi. Ma l’adulto non perdona e se a Boston lo premiano per la sua tenacia e i suoi valori, poi in altro luogo gli sparano.
Il testo è un forte invito a sapere per reagire e il teatro è l’iter più idoneo.