martedì 13 dicembre 2011

Il presepe: un ricordo, una tradizione




Benino, il pastorello dormiente


Abbiamo ripreso le scatole con tutti gli addobbi per l’albero e il presepe.

È canonica la data dell’8 dicembre. Natale si avvicina e bisogna preparare la casa come un tempo con tutti gli addobbi. Ma l’atmosfera della casa è cambiata. I ragazzi sono andati via e stanno preparando l’albero nelle loro case con un tocco di modernità. Non c’è il brusio di quando piccoli partecipavano all’allestimento del presepe nella scelta dei personaggi. Il presepe è lontanissimo da loro. Quasi non lo vedono nell’indifferenza di un tempo che ha mutato le attese. Ora ci diamo da fare a prepararlo, noi due. Come ti sembra la scena? Quest’anno abbiamo mutato l’impostazione. Mi piace cambiare il paesaggio ogni anno. Il presepe rinnova  una tradizione e con essa la memoria di un passato popolato da tanti che non ci sono più. Eppure le tradizioni sono fondamentali per tramandare quegli usi che hanno segnato la propria vita.
Noi mettiamo solo le luci. Noi abbiamo comprato un abete vero. Noi non abbiamo ancora deciso. Nessuno parla del presepe. Almeno la capanna, mettetela. Vi piaceva tanto il presepe quando eravate piccoli. Ogni personaggio aveva una storia. Ogni pastore era legato a un momento.
Mi guardano! Forse non capiscono perché do tanta importanza al presepe in cui quest’anno ho voluto rappresentare Gerico; almeno come la immagino. Non riesco a trovare le giuste parole per dire loro che nella mia infanzia il presepe era il regalo più bello, innanzitutto perché aggregava la famiglia in un impegno comune che iniziava già a novembre.
È difficile parlare del proprio vissuto e di come si viveva un tempo la propria infanzia semplice ma felice anche nelle privazioni. Forse è obsoleto parlare del proprio tempo eppure vorrei che ascoltassero il racconto di come eravamo per rapportarlo alla realtà di oggi. Ascoltano! Ma forse solo per compiacermi dato che i loro interessi sono altri.
Conosco tutti i personaggi che popolano il mio presepe e li custodisco con amore. Di  mattina presto, appena mi alzo, accendo le luci e resto per un attimo abbagliata dal loro brillio che mi riporta un passato felice in cui si mescola la realtà del presente. Nel silenzio, che mi racchiude, ripercorro i momenti più belli della mia infanzia e del  mio passato in cui quei personaggi mi hanno accompagnato. Sistemo un po’ d’erba fuori posto, con delicatezza, quasi una carezza come un tempo la mano lieve di mia madre. Mi commuovo! Le luci fanno scudo ai miei occhi lucidi e i ricordi mi assalgono. I ricordi crescono di anno in anno. Controllo che tutto sia a posto, ogni elemento è una parte di me.
Ora lo guardiamo insieme seduti,  in due. La mia mano cerca la sua e il suo tepore mi riscalda. Pensi che lo conserveranno? Non abbiamo una risposta ma in cuor nostro speriamo che un giorno, anche se solo chiusi nelle scatole, i personaggi possano continuare a vivere e a racchiudere la memoria di coloro che lo hanno amato.

L'altra sera, come un soffio, il più grande mi ha sussurrato: inizierò come voi dalla capanna.
Ho stretto forte la sua mano e lo scialle ha racchiuso nel suo tepore la mia felicità.


Anna Lanzetta

Per Il mio angioletto azzurro,  http://www.tellusfolio.it/ Critica della cultura Telluserra -28 Dicembre 2008