martedì 23 agosto 2011

Doloso o accidentale?





Ogni anno lo spettacolo si ripete più spettrale e terrificante.

Le montagne bruciano senza difesa e perdono una parte di vita.
È la notte di San Lorenzo, sono a Sarno e tutti dai balconi guardiamo il cielo in attesa di una stella cadente, ma nulla di così bello avviene.



Il cielo si illumina ma per le lingue di fuoco altissime, che alimentate dal vento divorano la cima del monte.

Il fuoco divampa imperioso e avvolge e travolge tutto.
Le fiamme si spandono velocemente, avvolgendo gli alberi che davano vita al territorio e tra i bagliori la natura appare nuda e indifesa.

Ormai più nessuno pensa alla notte dei desideri e aumenta il timore che il fuoco possa lambire le case.

Focolai si accendono in più punti.
Qualcuno dice che brucia anche un lato del Vesuvio e qualcun altro aggiunge che anche la Costiera è interessata.
Le sirene dei pompieri irrompono nella notte e cercano di circoscrivere le fiamme.

O natura, o natura,
Perché non rendi poi
Quel che prometti allor? Perché di tanto
Inganni i figli tuoi?
Così Leopardi in A Silvia.

E sembra riecheggiare forte  il monito della natura all’uomo perché astenga la sua mano dal ferirla.


 
Lo spettacolo del giorno dopo

Spero vivamente che la mano dell’uomo ne sia questa volta immune e che tutto sia opera del caldo africano.

Come si potrebbe spiegare altrimenti una tale follia?

Anna Lanzetta

Foto di Espo