Interessante la mostra allestita
al Museo Marino Marini “Accadrà domani”, dedicata a libri che esistono attraverso il formato che l’artista gli dà,
espressioni dunque della sua soggettività
e del significato che egli gli attribuisce.
Lo spazio del museo, ampio e
articolato su più livelli, ben si presta al visitatore il cui occhio si muove a
tempo dalle Pomone, che mostrano le loro abbondanze, simboli di età remote,
agli enormi cavalieri in bronzo dell’artista pistoiese che accendono la
fantasia di grandi e piccini e le
vetrine in cui sono esposti i libri di artisti, una trentina di opere “Oggetti rari o unici” tutti successivi al
Duemila che cambiano la prospettiva del libro e accendono l’interesse e la
curiosità di chi è abituato alla sua forma classica. Ma come per altri generi e correnti anche il
libro cambia nella forma e nella struttura e diventa un elemento che occupa uno
spazio nel quale diventa arte e obbliga il lettore-visitatore a indagare. Un
libro che contiene solo fogli bianchi dal titolo “Potere operaio” suscita interesse
e si copre di un mistero quasi cervellotico. Ricorda un progetto non realizzato?
La fine di un’utopia? Una società vuota che aspetta di essere realizzata?
Difficile decodificarlo!. Molti gli interrogativi su quelle pagine bianche, il cui
candore si mistifica in un qualcosa di lugubre, di irrealizzato, di un sogno impossibile. Saranno mai riempite? Il
mistero si infittisce e resta.
Non il codice, il manuale, il libro cartaceo cui eravamo
abituati, la mostra ci dice che nell’evoluzione del tutto anche il libro cambia e diventa un oggetto non da leggere ma da
interpretare. Non libro dunque ma più propriamente, scultura.
La mostra ci indica che come ogni
genere anche il libro cambia e nel contesto sociale comunica messaggi. Il libro
cambia nella forma e posto nello spazio in cui l’artista lo colloca, diventa arte e subisce a discrezione dell’artista ogni metamorfosi:
scritto, non scritto, frantumato, lacerato, proiezione dell’artista che comunica attraverso
il libro-opera d'arte le sue ansie, le sue gioie, i suoi progetti non realizzati.
Incuriosisce il volume pieghevole
di Karl Holmqvist dove i grattacieli si compongono di parole e dichiarazioni di
politici o attori o personaggi noti o il libro di Kasper Andreasen che contiene
un anno della sua vita: appunti, acquerelli, biglietti, schizzi, fogli
ritagliati che modificano il senso del libro in nuove prospettive.
Libri , all’apparenza semplici e
divertenti come alcune opere del Futurismo ma che tali non sono, perché impongono
al lettore di pensare e di riflettere, di scoprire l’arcano, allusione ad una
società che cerca una realizzazione che
sfugge nella mutevolezza del tempo e del pensiero.
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