mercoledì 10 luglio 2024

 

 

 

Angeli caduti

Mostra a Palazzo Strozzi

 

Quante volte ci siamo posti interrogativi sull’esistenza dell’uomo e del cosmo. Quante volte ricorre alla nostra mente:chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo! Ogni risposta è impossibile e restiamo avvolti dal mistero. Mai una mostra mi aveva sollecitato tanti interrogativi. Ci voleva l’artista Kiefer per proporci considerazioni e riflessioni sull’esistenza e sul destino dell’uomo.

   Il grande quadro posto nel cortile di palazzo Strozzi instaura  un rapporto con il Rinascimento quasi a stabilire da subito quella sincronia tra le arti che l’artista richiamerà poi nelle sale allestite trasformando il tutto in un grande libro dove si susseguono memorie, ricordi, dove la filosofia prende largo spazio e ci tiene fermi a leggere i nomi dei Presocratici, a confrontare la scuola di Atene in un primo e un dopo che colpisce come a dire che l’arte non ha tempo, non ha età, che si può distruggere per poi rinascere sempre più viva.

 “Angeli caduti” il titolo  suscita curiosità e il significato non immediato sollecita la visita. Il simbolismo è palese: nel quadro è presente la storia dell’uomo fin dalle origini, la lotta tra il Bene e il Male: vincere o soccombere. L’Arcangelo Michele affonda minaccioso i diavoli, gli angeli non allineati, insegue con la spada sguainata gli angeli ribelli segnando una linea distintiva tra Il Bene e il Male. L’immagine è forte, quell’oro che illumina  la scena non è rassicurante mentre ci si chiede l’uomo da che parte  sta. La rivolta al potere dei cattivi e la loro cacciata, qui in veste tridimensionale,  ha segnato tanti momenti della storia dove eterna è la lotta tra il Bene e il Male. L’oro  abbaglia nella palese spiritualità, la caduta degli angeli sono simboli di catastrofi che dalla notte dei tempi attanagliano l’umanità.

 

    Il messaggio si chiarisce in visita. È nella prima sala che l’oro ampiamente profuso ci avvolge con la sua spiritualità per poi dipanarsi e accoglierci nel suo significato simbolico. Nulla muore definitivamente e il girasole (omaggio a Van Gog) che ha sempre lo sguardo rivolto al sole, simbolo di vita, declina ma i suoi semi rigenerano nuove vite in stretta relazione con l’uomo disteso. Di sala in sala  nasce un connubio tangibile tra gli elementi che l’artista propone e utilizza  con una tecnica dove elementi diversi si assemblano così come  i nostri pensieri che nel succedersi dei simboli prendono corpo.

     I quadri,  di notevoli dimensioni, spingono il visitatore a scrutarne ogni parte sollecitato anche dalla mancanza di didascalie immediate perché l’indagine diventi  conoscenza, interrogazione e riflessione. L’interazione tra le arti è costante e  la presenza dei filosofi i cui nomi sono leggibili richiamano le origini del processo dell’intera umanità.

L’artista dialoga con la storia attraverso la letteratura e le arti tra suggestioni, evocazioni ed emozioni, nel ricordo del libro che lo ha ispirato e dei nomi di personaggi illustri che hanno lasciato orme indelebili e che hanno forgiato il pensiero come i Presocratici e La Scuola di Atene in un connubio stretto tra pittura e filosofia di cui il visitatore è parte integrante.

 

Nulla tralascia l’artista e la donna diventa uno dei punti centrali della sua ricerca  nei suoi ruoli  in ogni tempo come nel mito, come pure la scala, il serpente, il muro, il fiume, simboli che per traslato richiamano ad altro come il saluto con la divisa del padre. La sala dove le opere dialogano tra loro in una grande immersione diventano emblemi di raffigurazione che trova negli specchi il se stesso di tutti. Kiefer riesce a dialogare in un connubio costante tra il nostro passato e la modernità, un invito a riscoprirci per conoscerci attraverso le nostre memorie, i nostri ricordi, i nostri perché, le nostre aspirazioni, come  quella di volare, memori di Icaro, anche se  ogni tentativo è destinato a fallire.

 . Di fronte ai suoi saluti, come quello di Paestum, il ricordo di un periodo così tragico attanaglia, il  grande libro che l’artista ha aperto, finalizzato alla nostra riflessione perché l’arte è  vita, si chiude e il silenzio avvolge le pareti sulle quali l’artista fa sua la poesia di Quasimodo, un invito a unirci perché l’uomo con tutti i suoi tentativi di realizzarsi resta solo con i suoi dubbi nel grande enigma dell’universo: Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.

 

Firenze Palazzo Strozzi

22 marzo -21 luglio 2024