domenica 29 dicembre 2013

La vigilia del 24 nelle tradizioni


Gherardo Delle Notti (1590-1656), Adorazione del Bambino (1620)
Galleria degli Uffizi, Firenze.

Secondo la tradizione di Sarno (SA) e non solo, Natale è tutto nella vigilia del 24 quando tra canti natalizi e cucina si consuma l’attesa, l’avvento di ciò che si rinnova nella speranza di un mondo nuovo nello spirito, nei riti, nei valori. La vigilia è come una volta momento di aggregazione di tutta la famiglia allargata. Cosa c’è stasera? Hai preparato gli struffoli? Con tanto miele e diavolilli?. A me senza frutta candita! E le zeppole? Col cavolo, con i pesciolini, semplici, calde e col sale. Ho fatto le polpette di baccalà, sono buonissime e c’è la coda in cucina. La prima parte della cena è esaurita ma abbiamo appena iniziato. Quest’anno la tavola è ancora più allegra perché c’è Pietro che a soli tredici mesi batte tutti negli assaggi. È bellissimo vivere il Natale in famiglia. Si mangia irrorati dalle luci del  Presepe. Ognuno sceglie l’angolo che preferisce; a me piace la grotta in montagna ma quella che colpisce è la grotta col Bambino. È mezzanotte quando la vigilia cede al Natale, un applauso accoglie il Bambino nella mangiatoia  e scattano gli auguri. Ci siamo ancora tutti a festeggiare ma gli anni passano e qualcuno degli amici è già andato via. Quante vigilie ho  vissuto tra passato e presente ma l’ultima è sempre la più emozionante. Scorro nelle foto i volti di chi da tempo non c’è più e mi allieto con i presenti che formano altre generazioni. Il tempo scivola via sempre più veloce man mano che gli anni passano. Ci proponiamo di cucinare meno per la prossima volta ma è proprio nel susseguirsi incessante dei piatti la festa, aggiunge qualcuno, compresa la frutta secca, ognuna con un suo ricordo e un suo significato; e ci arrendiamo.  Quest’anno hanno vinto le polpette di  baccalà. Sorniona osservo, gioisco e penso al prossimo anno.