lunedì 31 gennaio 2011

Poesia e Pittura, specchio della realtà



Émile Deroy (1820-1846), Ritratto di Charles Baudelaire

La poesia di Baudelaire,  fotografa  col suo climax lo stato di ansia in cui vive un  paese che non può più respirare:
Spleen

Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio
Sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni,
E versa abbracciando l'intero giro dell'orizzonte
Una luce diurna più triste della notte;

Quando la terra è trasformata in umida prigione,
Dove come un pipistrello la Speranza
Batte contro i muri con la sua timida ala
Picchiando la testa sui soffitti marcescenti;

Quando la pioggia distendendo le sue immense strisce
Imita le sbarre di un grande carcere
Ed un popolo muto di infami ragni
Tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli,

Improvvisamente delle campane sbattono con furia
E lanciano verso il cielo un urlo orrendo
Simili a spiriti vaganti senza patria
Che si mettono a gemere ostinati

E lunghi trasporti funebri senza tamburi, senza bande
Sfilano lentamente nella mia anima vinta; la Speranza
Piange e l'atroce angoscia dispotica
Pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo.



Johann Heinrich Füssli, 1741-1825  Le Parche 

Le Parche  di Füssli  rappresentano un possibile  rimedio per dipanare l’ansia e liberare  il respiro.

Le Parche nella mitologia romana presiedono al destino dell’uomo: Cloto fila il tessuto della vita, Lachesi dispensa i destini e ne segna anche la durata e Atropo  taglia il filo della vita al momento stabilito dal Fato.
Interessante è il lavoro coscienzioso di Atropo che al di là della mitologia, potrebbe essere provvidenziale in ogni situazione per alleggerirne la morsa.
Provvidenza pagana, direbbero alcuni ma alla maniera manzoniana, ci piace aggiungere.

Anna Lanzetta