Chi è il bambino dei tappeti? È
il titolo del testo teatrale scritto e rappresentato da Giovanni Esposito.
È la storia di Iqbal Masih, il
bambino pachistano che si ribellò allo stato di schiavitù a cui sono costretti
milioni di bambini senza poter mai respirare la propria infanzia.
Il testo associa alle parole
immagini di bambini costretti al lavorare in stato di schiavitù, esposti a
qualsiasi ritorsione sia fisica che
mentale da parte di padroni senza scrupoli che ne sfruttano il lavoro e le
abilità con scarsa remunerazione, per la produzione di tappeti che rivenderanno
a prezzi altissimi.
Giovanni Esposito come sempre
affronta i temi sociali in cui è da tempo impegnato e con gesti e con parole ha
coinvolto gli spettatori e i bambini che domenica 16 marzo, affollavano alle
ore 16.30 il Teatro delle Spiagge, in Via del Pesciolino a Firenze.
Il problema dei bambini
trasformati troppo spesso in -cose- da utilizzare a proprio piacimento è una
vergogna per l’intera umanità. Non si può rubare l’infanzia come non si può
togliere ai bambini l’aria che respiriamo e che tutti hanno il diritto di
avere.
Il teatro è uno degli strumenti
più efficaci per capire e imparare a non commettere più soprusi verso i bambini
che sono figli ciascuno di ognuno di noi senza confini e senza colori.
Iqbal si ribella a uno stato di
sfruttamento verso il quale reagisce
mettendo in gioco se stesso. Impara a leggere e a scrivere perché capisce che
la cultura è l’unico strumento di difesa e vuole diventare avvocato per
difendere tutti i bambini schiavi. Ma l’adulto non perdona e se a Boston lo
premiano per la sua tenacia e i suoi valori, poi in altro luogo gli sparano.
Il testo è un forte invito a
sapere per reagire e il teatro è l’iter più idoneo.
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