domenica 30 settembre 2012

L’Italia della truffa e della menzogna





George Grosz, I pilastri della società, 1926, Neue Nationalgalerie, Berlino


Tanti anni di diseducazione sia al rispetto proprio che a quello degli altri stanno dando frutti generosi di ruberie. La lista aumenta a dismisura e sono tanti coloro che credono alla liceità di rubare, di rubare tanto, per soddisfare la propria ingordigia all’avere dimentichi ormai del proprio essere.
In un momento di grande malessere e di profondo disagio socio-politico ed economico, saltano all’occhio gaudenti coloro che, gozzovigliando a nostre spese, vivono un menefreghismo che ancora una volta danneggia il paese perché lo fregia in toto di immoralità.
Spendi, spandi, prendi, dividi e chi può gode in un’Italia che arranca tra catastrofi immani, tagli e perdita di lavoro a dismisura.
Ma dove erano i papabili al controllo? Come è stato possibile arrivare a un degrado che offende, lacera e divide il paese tra chi ha troppo e chi non ha nulla? Quale ideologia possiamo ancora difendere di fronte a un tradimento che coinvolge tutti senza alcuna distinzione?.
Abbiamo inaugurato il nuovo anno scolastico con tante promesse ma anche con mille problemi. Risulta improprio parlare ai ragazzi di “legalità” e di “onestà” quando dilaga il malaffare e gli approfittatori godono a fronte di una realtà scolastica dove manca l’essenziale.
Il numero sparuto di coloro che si salvano è insufficiente a riaccendere la speranza di un rinnovamento.
A memoria non c’è stato un periodo di ruberie peggiore di quello che in questo momento copre il paese di vergogna e crea risentimento. Dove hanno sepolto la propria coscienza, questi “esseri” che gozzovigliano, indifferenti ai bisogni del paese che arranca nella risalita, mentre si chiedono sacrifici, si moltiplicano i gesti esasperati di chi non ce la fa e aumentano le proteste di chi chiede solo lavoro e dignità?. Dove è finita la loro coscienza rosa da topi che ne rifiutano persino il lezzo?.
Dove sono coloro che dovevano vigilare e che dicono di non sapere?. Cosa dobbiamo ancora aspettarci da “individui” senza scrupoli che frodano in mille modi, non sazi dei loro già lauti guadagni? La frode riguarda cifre ingenti che da sole basterebbero a risollevare situazioni di precarietà e di grave indigenza.
Non può proclamarsi vergine chi opera nel malaffare né aspettarsi il nostro consenso. È necessario spazzare via ( e senza possibilità di ritorno) tutti coloro che si sono mostrati indegni del proprio ruolo, di qualsiasi appartenenza essi siano.
Il Paese ha bisogno di essere governato da uomini integri, meritevoli della nostra fiducia e di leggi adeguate per porre fine a questi scandali, specchio di un malcostume che ha annebbiato intelligenza e ragione.

Il Paese ha bisogno di respirare!.
È tempo di provvedere a un cambiamento capace di coniugare il passato carico di memoria storica con un presente fervido e propositivo. Una convivenza capace di rieducare al vivere civile e morale e al senso del “rispetto”; di riaccendere gli entusiasmi e di creare un rapporto corale tra individuo e politica in cui il confronto sia elemento di crescita per il  Paese e di credibilità.
È tempo di superare con volontà questo periodo di stasi e di confusione, chiudendo fuori l’ arroganza e di riappropriarci della nostra identità per non doverci mai più vergognare di questi tempi bui.
Dobbiamo agire in fretta, in nome della responsabilità che abbiamo verso noi stessi, verso i nostri giovani troppo e troppe volte esclusi da un sistema nel quale chiedono di essere attivi e partecipi, verso i nostri ragazzi che attendono la nostra serietà per la propria dignità. E ancora una volta affidiamo il compito all’educazione e alla formazione.