mercoledì 1 dicembre 2010

Professoressa cara


Simonetta Vespucci

Professoressa cara,

ho appena terminato, con commozione, la lettura del suo post "Il dolore è come un uragano"...
Sabato scorso, è ricorso il 20° anniversario della morte di mia madre, anche lei vinta da un male incurabile.
Conosco e condivido con lei le sensazioni che descrive.
Mi piace questo suo parlare di se... me la fa sentire ancora più vicina... per questo, da oggi, vorrei chiamarla semplicemente ed affettuosamente Anna... spero non le dispiaccia!

Un abbraccio immenso e forte.
Silvia 

Carissima Silvia, l’amicizia è una cosa preziosa e noi abbiamo la fortuna di viverla. Dispiacermi? Ne sono felicissima. Sono passati alcuni anni da quando al primo banco dell’aula sedeva una ragazza dolcissima dagli occhi azzurri e dai capelli biondi che aveva il dono della scrittura. Da allora il nostro dialogo non si è mai interrotto  e  stima e affetto lo hanno consolidato.
I ricordi uniscono e i legami si rafforzano.
Da oggi, Anna, semplicemente Anna…casa potrei chiedere di più? È un regalo bellissimo in prossimità del Natale, da me inteso come momento di riflessione e di apertura perché nessuno si senta solo.
Ho scelto per immagine la pittura di Botticelli perchè levigata, eterea e impalpabile nella danza della vita.

Anna

m. 203X314
Le tre Grazie

Sandro Botticelli (Firenze, 1445-1510), Simonetta Vespucci
Sandro Botticelli, Le tre Grazie, part. de La Primavera