venerdì 3 dicembre 2010

La povertà dell'artista


Domenico Induno, L’artista nomade o La questua  

Tra pochi giorni uscirà il mio libro Addio mia bella addio…Il Risorgimento tra parole, immagini e musica in cui la pittura dei Macchiaioli e di altri artisti completa il contributo che le arti diedero al Risorgimento. Se la pittura romantica e quella di Francesco Hayez in particolare fu educativa alla causa risorgimentale, quella dei Macchiaioli fu uno strumento fotografico delle vicende belliche, della quotidianità vissuta dai giovani che parteciparono alle lotte del Risorgimento e tra questi gli stessi artisti che ne furono  spesso i diretti protagonisti. Anche Domenico Induno rappresentò con la sua pittura la realtà del tempo con risvolti patriottici e con elementi domestici.
Colpisce il tema della –questua-, dell’artista nomade, perchè  riflette l' indigenza a cui spesso sono costretti gli artisti, quando le Arti non sono adeguatamente apprezzate.
Ogni quadro si decodifica, si legge come la pagina di un libro e ogni elemento induce una riflessione in rapporto alla propria realtà: il volto dell'artista, il violino, la mano tesa e la bimba, non certo ricca  che fa l'elemosina ci inducono  a pensare: tra poveri ci si aiuta e chi dovrebbe invece farlo? Ognuno cela una risposta che fa altrettanto pensare...ognuno si chiude in una tristezza infinita!.
"L’artista nomade" figura  la situazione in cui vive oggi la nostra cultura, uno stato di precarietà che riflette  appieno la realtà del nostro paese per poca lungimiranza  di chi dovrebbe curarla come ricchezza prima ed essenziale, sconforto e delusione invece di un’intera generazione che oggi ne vive il travaglio.

Domenico Induno (Milano, 1815-1878)

Anna Lanzetta