Cattedrale, cripta greco-bizantina |
Viaggiando nella Locride si entra nel cuore della Magna
Grecia. Ogni angolo è storia, arte e
cultura. Reperti archeologici, necropoli bizantine, chiese e monumenti ne
indicano gli stili artistici e architettonici e ci riportano a un passato, importante
crocevia di culture. Uno dei centri più importanti della Locride è Gerace,
città d’arte e città santa perché i suoi monumenti sono espressione di stili e
di spiritualità: Gotico, Bizantino, Normanno e Romanico, riti latini e riti
ortodossi. Gerace, in provincia di RC,
sorge su una rupe a circa 500
m.l.s., limitata da ogni lato da pareti rocciose e
scoscesi erbosi. Storicamente il territorio, come dimostrano le tracce in esso
rinvenute, era già frequentato in epoche antichissime, ma il nucleo abitativo
iniziò a svilupparsi intorno al VII sec. d.C. quando la vicina Locri
Epizephiri, iniziò a spopolarsi a causa
delle incursioni saracene. L’abitato presenta un tessuto urbanistico medievale,
diviso in Borgo (parte bassa), Borghetto (parte intermedia) e Centro (parte
alta). Il castello normanno, i balconi artistici, i pregevoli portali e le
chiese indicano un passato importante. L’ inglese Edward Lear, viaggiatore, scrittore e illustratore nel 1847
visitò Gerace e molti centri del reggino e nel suo diario descrisse Gerace: «
Piena di palazzi bellamente situati, posta su uno stretto margine di roccia
[...] Meravigliati da tanti panorami che si presentano da ogni lato; ogni
roccia, Santuario o palazzo a Gerace sembravano essere sistemati e colorati
apposta per gli artisti... » ( Diario di un viaggio a piedi,1847). L’arte
della tessitura e la lavorazione dell’argilla e della ceramica richiamano
l’antico artigianato greco. La Cattedrale, costruita
dai Normanni tra il 1080 e il 1120
in stile romanico-normanno è orientata, secondo lo stile
bizantino, con le absidi a oriente e l’ingresso a occidente. È dedicata a Maria
Assunta, ed è il più grande tempio antico della Calabria. Ogni elemento della costruzione stupisce,
notevoli sono i capitelli in stile
corinzio-asiatico. L’ altare, consacrato dal Vescovo GianCarlo Maria Brigantini
e dal metropolita Grecoortodosso Mons. Spiridione il 9 luglio 1995 in occasione del 950°
anniversario della prima consacrazione della Cattedrale, è molto interessante e cattura l’attenzione,
perché è il primo altare dopo la
separazione delle due Chiese avvenuta nel 1054, ad essere consacrato da due
Vescovi con riti diversi. L’altare è dedicato all’unità della Chiesa, come si
può rilevare dalle due scritte, in greco e in latino “INA OSIN EN-UT UNUM
SINT”. La
parte più antica della Chiesa è rappresentata dalla Cripta greco-bizantina,
ricavata in parte nella roccia e costruita probabilmente su un antico oratorio
bizantino. Le colonne di varia natura e origine sorreggono volte a crociera del
IX e X sec. Il tesoro della
Cattedrale conserva oggetti liturgici
molto preziosi e tra questi una Croce reliquiario del XII sec. in filigrana con
zaffiri e smeraldi. Secondo la tradizione fu il Vescovo Atanasio Calceopylo a
portarla da Costantinopoli nel XV sec. Secondo altri studiosi probabilmente
dono di Ruggero II alla Cattedrale, proveniente da una bottega orafa di
Gerusalemme.
Gerace. La chiesetta bizantina di San Giovannello |
La chiesa di San Francesco
d’Assisi, costruita intorno alla metà del XIII secolo, da San Daniele, compagno
di San Francesco, è tra i maggiori esempi di stile gotico della Calabria. Sulla
facciata si apre un bel portale gotico acuto a triplice archivolto intagliato,
ricamato con delicati fregi e motivi geometrici di stile arabo-normanno. La
facciata è arricchita da una modanatura, da diversi capitelli e da una svastica
raffigurante il sole che, nella simbologia orientale, rappresenta l'eternità.
Il fastoso altare maggiore
seicentesco della Chiesa di San Francesco, in marmi policromi intarsiati,
costituisce una delle più alte espressioni
del barocco calabrese.
Sulla stessa piazza, detta delle
tre chiese, si erge la Chiesa
di San Giovanni Crisostomo (o di San Giovannello), un piccolo edificio
costruito nel secolo XI che mantiene
ancora oggi la funzione di chiesa con rito greco-ortodosso. L’atmosfera che vi
si respira è di profonda spiritualità. Dal 1993, la Chiesa è stata
affidata al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e nel 1997 è stata elevata
a Santuario ortodosso panitalico.
Cattedrale di Gerace |
Provenendo dalla marina si entra a Gerace dove ai
fianchi della strada si possono vedere le
botteghe artigiane scavate nel tufo; proseguendo si attraversano le
monumentali: Porta del Borghetto, Porta
delle Bombarde, Porta dei Vescovi e si arriva al Baglio e al castello normanno
del XII sec. Passeggiando per le
strade semideserte se ne respira la storia, c’è molto silenzio come se il tempo
passato avvolgesse col suo manto il presente e si ha la sensazione che tutto preferisca vivere nella memoria
trascorsa di un tempo arabo, normanno o bizantino, ma solo una sensazione.
Gerace, come altri luoghi della Locride, è un posto magico che emoziona e
stupisce con la sua storia. Il paesaggio
che si gode dall’alto è stupendo quasi a voler celarne l’abbandono ma al
contempo un invito a riportare questi luoghi all’antico splendore. Forse la
forza e la volontà dei giovani ci riusciranno ma l’intervento economico
richiede uno sforzo che al Sud non si può più negare, perché la Locride conserva tesori
inestimabili che chiedono aiuto per ritornare a vivere. Intanto la natura ammanta
con profumi e colori che ammaliano ogni visitatore e il gelato, enorme, è buonissimo. L’invito a ritornare è palpabile
e sempre più pressante, e varcando la
porta verso l’uscita, lo sguardo ritorna indietro e si porta con sé oltre ai
magnifici scatti, la voce di scrittori e poeti, di miti, la dolce atmosfera di
un territorio capace di dare emozione ad ogni angolo per ciò che è stato, per
ciò che è, per ciò che chiede di essere ancora.