venerdì 7 dicembre 2018

Il valore delle tradizioni. Sarno, 8 dicembre Festa dell’Immacolata Concezione




Ritornare al paese è sempre un’emozione che aumenta il fascino delle proprie radici e rafforza a distanza di anni quel rapporto di appartenenza che nel tempo si nutre di ricordi. È forte il richiamo di ogni ricorrenza che diventa tassello irrinunciabile della propria vita. La ricorrenza dell’Immacolata  Concezione a Sarno segna uno dei momenti più emozionanti  per chi vive lontano tra ricordi e presenze che il tempo ha portato via. Prende vita nella memoria quella piccola mano guidata con amore per seguire, vedere e ricordare e nel ricordo sfuma il dagherrotipo di un volto amato in un afflato affettivo che nessun tempo cancella. Tanti anni sono passati ma vivo resta il ricordo di come eravamo nella semplicità dei gesti legati alle tradizioni. Un paese vive se si mantengono e si tramandano usi e costumi che lo caratterizzano.

È bello ritornare e rivivere l’emozione di un tempo lontano ma vivo nel cuore e ravvisare in esso volti che si contornano solo nel ricordo.

È bello ritornare al Paese l’8 dicembre  per rendere omaggio  alla Vergine Immacolata, Vergine pura, termine elegiaco come il volto  che l’artista ha raffigurato. La ricorrenza dà lustro al luogo. La chiesa è aperta fin dalle prime ore del mattino e la piazza si anima e prende vita man mano che ogni angolo  viene occupato da persone che accorrono per rendere onore alla Vergine che con una grande festa viene omaggiata  mentre  nell’attesa, davanti alla chiesa, vengono offerti pezzi di mostaccioli, di rococò e sorsi di anice.

L’attesa è emozionante, piazza M. Capua  è gremita ed ecco che  la statua dell’Immacolata  appare sotto il portale della chiesa omonima simile a una veneranda madre. Scolpita in legno d’ulivo dallo scultore napoletano Gaetano Catalano, nel 1696, appare come una regina portata in trionfo da molte braccia. Ha il  volto bellissimo, con gli occhi rivolti al cielo quasi ad implorare -misericordia- nell’atteggiamento carezzevole e appassionato di chi  ama dialogare col proprio popolo che per l’occasione  accorre anche dai dintorni.  Vestita con un abito in stile ‘600 napoletano, la Vergine appare in tutta la sua bellezza e solennità. Chiaro è il significato dei  simboli che la caratterizzano: le stelle presenti sul Suo capo e sul Suo manto annunciano la presenza dei cieli e quindi di Dio ma indicano anche la resurrezione e l’eternità. Il colore azzurro del manto, simbolo di spiritualità, richiama la profondità del cielo e del mare in una congiunzione infinita. La luna  posta ai suoi piedi  ricorda il divenire dell’uomo e la sua caducità protetto dall’Immacolata, Madre del Cielo.

Scortata dalle autorità e preceduta dalla banda musicale, adagiata su un letto di fiori attraversa  le strade del paese quasi a voler  parlare a tutti e dire che c’è tanto bisogno di amore e di compassione; un invito silenzioso perché ognuno colga la purezza delle parole non dette ma sentite nel cuore e  diffonda il messaggio di pace, di amore e di solidarietà di cui il mondo ha  tanto bisogno.

Ritornare alla semplicità e alla  bellezza  dei sentimenti è emozionante e questi momenti ci accomunano e ci rendono tutti più buoni, più disponibili, pronti ad aprire le nostre porte in uno slancio fraterno dove anche chi è lontano dalla fede si sente sollecitato ad abbracciare il vicino e a provare quel sentimento francescano di grande fratellanza  che diventa il più bel messaggio da donare per il  Natale alle porte.

Sorretta da molte braccia, si ferma sul sagrato, un lungo applauso l’accoglie e tra la commozione di tutti inizia  la processione  che attraverserà il paese tra strade e piazze, aperta dalla banda musicale fino alla chiesa di San Francesco. La musica emoziona. Il corteo che la segue è infinito e ad ogni passo aumenta a dismisura tra la calca,  dove ognuno cerca una posizione per toccare le sue vesti, per una preghiera diretta, recitata in silenzio, per formulare in segreto una speranza.

La festa dell’Immacolata è antichissima  ed è attesa con grande fervore da persone di ogni età. È la rigenerazione spirituale e ogni tappa lungo il cammino segna l’iter mistico verso la casa di Dio. Si offre anche vino e cibo ai portantini, in segno di ospitalità che ci ha da sempre distinti verso i più bisognosi, un uso bellissimo  che oggi  viene spesso dimenticato

Tutto il paese si mobilita e gareggia per creare il tosello più bello. I rioni preparano un’accoglienza da regina a colei che ha il potere di riunire intorno a sé l’intero popolo di Sarno che non lesina perché ovunque ci siano canti, suoni, fuochi, colombe che segnano di bianco candore il cielo, mentre dai balconi parati a festa con le più belle coperte, preziose per i ricami, è un tripudio di coriandoli.

Il ogni piazza, in ogni spazio si allestisce il tosello o meglio “dosello”, un baldacchino riccamente addobbato a festa, con drappi e stoffe pregiate simile a un trono reale. Un termine che richiama i secoli del vice-regno spagnolo  e gli stessi rituali spagnoli  ma anche l’uso pagano di allestire l’are.

Ritornare e seguire il lungo corteo che accompagna l’Immacolata è ritornare indietro nel tempo e rivedere volti amici di coloro che hanno accompagnato parte della nostra vita e scoprire il vuoto di chi non è più presente.