giovedì 22 marzo 2018

Contro il razzismo, un racconto. Storia di una chiocciola e di un lumacone

Storia di una chiocciola e di un lumacone


I bisbigli sulle cime diventavano striduli.
Il piccolo uccello  dal ramo gioiva nel vedere la mamma intenta a cercare.
Lei avanzava  con grazia  nel fresco del mattino verso i piccoli garofani gialli e ne pregustava la prelibatezza mentre lui ne  seguiva cauto la  scia.
Le corolle si  aprivano  lentamente come per magia e al primo raggio si chiudevano le belle di notte  iridate.
Lei, assiepata sotto una fresca foglia di fico, ne spiava l’arrivo, mentre lui, timoroso, si poneva ai margini.
Doveva o non doveva? Sarà un giorno mia? E il dilemma lo struggeva!.
Bisbigli frenetici, mutati in striduli, annunciavano il nuovo giorno. Furtiva l’ape si insediava e la primavera del giorno iniziava:i tulipani salutavano galanti le pervinche, i dolci anemoni si univano alle giunchiglie, le tenere mammole ricoprivano la terra di fitti strati, le calendule strizzavano l’occhio agli iris, le margheritine bianche  facevano da manto alle laboriose formiche e un gorgheggio rimbalzava da  cima in cima.
La chiocciola avanzava accanto al  lumacone, tra  una schiera di bruchi e millepiedi. 
I fiori occhieggiavano lieti e le pansè intrecciavano i teneri steli. Le rose si piegavano timide ai garofani rossi e i bianchi screziati facevano capolino.
Egli si  avvicinò con fare timido.  
La chiocciola lo guardò a lungo e restò pensierosa.- Non ha il guscio elegante come il mio,  ma i suoi occhi sono buoni. Che importa, pensò, se la nostra forma  è diversa, sento che i nostri cuori non lo sono-.
Tirò fuori completamente la testa dal guscio ed egli trattenne il respiro.
Era bellissima!.
Lo guardò con tenerezza ed entrambi sentirono che un tam tam irrefrenabile  li univa.
Avanzarono felici verso un ciuffo d’erba freschissimo, un’alcova per due.

Che felicità è l’amore!. Quel sentimento che inebria i cuori e dona la vita per la continuità del mondo.
Nessuna differenza li avrebbe più divisi ora che nell’unione avevano sentito di essere un solo elemento nella speranza di  una nuova vita.

Tutto il giardino esultava  felice.
Un’orchestra  di insetti  allietava il giardino  e su tutti si levava la musica del flauto tenuto da piccolissime mani, mentre la viola strimpellava nelle braccine della cicala  e un pianoforte di anemoni spandeva intorno la melodia dei due cuori.

(Tratto da: Armonie di un giardino toscano. Racconti, arte, mito e fantasia, Regione Toscana Consiglio Regionale, Edizioni dell’Assemblea, 2017. Il testo integrale è a disposizione dei lettori nel sito della Regione Toscana - Pubblicazioni)

Illustrazioni di Leonardo Vitiello