È così
bella la nostra Napoli, è come una donna
dai mille volti che ad ogni angolo ne svela uno. Città di storia, di cultura,
di tradizioni, una città dal cuore grande ma che purtroppo ha anche le sue
negatività. Mai come in questo periodo, stiamo assistendo ad una escalation di
violenza che investe anche i ragazzi, le
così dette “baby gang”, i cui componenti assaltano, rubano, feriscono e si rendono
protagonisti di atti efferati.
Questo clima di violenza offusca le bellezze della
città e provoca dolore e paura; dolore per ciò che siamo diventati, paura
perché artefici sono essenzialmente i ragazzi. Basta guardarsi intorno per
rendersi conto che la violenza ci sovrasta, una violenza sia fisica che verbale
che si acuisce di giorno in giorno e che sembra non avere argini. Le baby gang
che infieriscono e feriscono la città, sono un duro colpo per l’intera società
che non riesce a contrapporsi con strumenti adeguati. Non c’è nulla di più
raccapricciante che vedere questi ragazzi avulsi dal contesto sociale e immersi in un mondo a parte, che emergono alla
cronaca quando una ferita da coltello o l’aggressione a un coetaneo ne tracciano
il comportamento malsano. Atteggiamenti che mettono
in luce le loro fragilità e il bisogno di
rendersi protagonisti. Pensano che la violenza sia il loro riscatto, che solo
attraverso la violenza possano diventare qualcuno e imporsi all’attenzione senza capire che sono soltanto vittime e
facili prede. Tale fenomeno che sta assumendo contorni inquietanti è indice di un disagio esistenziale che
investe ragazzi e adulti nei quali appare nullo il rapporto di identità, di
responsabilità, di dignità, di autostima, di rispetto verso gli altri ma
essenzialmente verso se stessi.
È mutato il clima del nostro
Paese che appare sempre più diviso tra chi ha e chi non ha e Napoli paga un
prezzo troppo alto con un degrado che investe le fasce più deboli. I ragazzi
scelgono l’illegalità per avere tutto e in fretta e allontanandosi sempre più
dalla scuola, privano se stessi degli strumenti educativi e formativi e di una
prospettiva di vita sana e consapevole. La dispersione scolastica è un problema
molto grave che rende questi ragazzi
prede del guadagno facile, di
false illusioni e li deruba dei tempi della propria crescita, del gioco, della
creatività, del senso più sano della vita e dei suoi valori. Questi ragazzi, nella
difficile fase dell’adolescenza che ne acuisce i pericoli, sono facili
prede di gente senza scrupoli, specialmente quando non hanno alle spalle chi li sostiene e
insegni loro i valori della vita. Essi nascondono dietro la loro apparente spavalderia
il desiderio di amore e di affettività
da parte degli adulti, che nei diversi settori della vita sociale si prendano cura di loro, capaci di ascoltare,
di dialogare, di capire e di aggregare i
gruppi contro la solitudine.
Le baby gang sono una sfida alla
società e alla legalità.
L’attenzione e l’inserimento
devono diventare deterrenti contro la ghettizzazione e l’abbandono.
Bisogna affrontare il problema
alla radice, aprendoci alle famiglie di questi ragazzi e attraverso la comunicazione e l’informazione
far capire loro che c’è la possibilità
di una prospettiva di vita diversa per sé e per i propri figli. Nessun ragazzo
nasce cattivo e violento, sono le circostanze a renderlo tale. Se abbandonati nel
proprio entourage, questi ragazzi conosceranno solo la devianza e mai la possibilità di programmare
la propria vita con regole e obiettivi. Elogiabili tutte le iniziative e le
Associazioni che operano sul territorio ma è molto importante che la scuola, la
famiglia, gli oratori, le strutture sociali
operino strettamente uniti specialmente sul piano dell’inserimento. Compito non
facile ma possibile se saremo animati tutti da spirito di volontà. È necessario
l’apporto delle Istituzioni che devono farsi carico di tale problematica e affrontarla
a largo raggio con un sostegno economico continuo. Di fronte a un problema di
tale gravità dobbiamo capire che i soldi spesi per i ragazzi sono il nostro migliore
investimento per definirci poi paese civile. È dovere di tutti adoprarci per sottrarre
questi ragazzi ai malavitosi e incominciarne il recupero che si prospetta lento
e faticoso ma non impossibile. Questi ragazzi non sono diversi dagli altri,
sono soltanto nati in contesti caratterizzati da varie problematiche e da
comportamenti poco consoni alla loro crescita. Eppure se ascoltati e guidati, si
scopre facilmente che posseggono al pari degli altri coetanei un mondo fatto di
creatività, di curiosità, di bellezza e di estro che aspetta solo la nostra cura.
Siamo stati ciechi per molto
tempo e i problemi si sono ingigantiti, ma questi ragazzi hanno diritto a un’opportunità di vita. Non potremo chiamarci civili fino a quando ci saranno in molti quartieri e
in molti luoghi del nostro paese: miseria, abbandono, speculazione e facili
profitti di chi opera senza scrupoli; facciamo in modo che la solidarietà agisca in sintonia col
cuore.
Qualcuno ha dimostrato che con la
cultura si può vincere e sconfiggere carcere e devianze. Ogni ragazzo
recuperato sarà una vittoria di tutti e
una ferita in meno per il nostro paese.
|