È uno scempio quello a cui stiamo
assistendo in questo periodo. Molti roghi assediano il nostro territorio
falcidiando la natura e il lavoro dell’uomo. Molte regioni sono colpite da
questo flagello che mai negli anni passati era apparso in tutta la sua tragedia
e che ci coglie impreparati e privi di
mezzi adeguati. Infiniti roghi pullulano in molte regioni, non certo per colpa
del caldo anche se complice. Il fuoco che divampa e divora è frutto
essenzialmente di azioni sconsiderate di chi lo produce arrecando offesa alla
natura, all’ambiente, all’uomo ma essenzialmente a sé stesso, immemore che
l’uomo è parte integrante della natura.
In un momento di crisi del paese,
invece di unirci per difendere il nostro patrimonio paesaggistico, preservarlo
e proporlo in tutta la sua bellezza, quale nostra ricchezza indiscussa, non si
pensa che a deturparlo e a distruggerlo. Si fa sempre più strada l’inciviltà, che pone l’uomo in uno stato di assoluta
inferiorità.
Chi e quando ci ridarà il nostro
patrimonio boschivo e la ricchezza delle nostre terre?. Il fuoco rende l’aria irrespirabile a danno di
uomini e delle nostre coltivazioni e una nube densa di fumo copre il cielo.
Si chiede da parte di tutti e in
particolare di chi è addetto con leggi a tale compito, rigore, tutela e
vigilanza contro coloro che immemori del senso di appartenenza si arrogano il
diritto di distruggere.
Azioni così gravi e mostruose non
sono più tollerabili e non devono passare inosservate alla
coscienza di chi si reputa uomo e parte di una comunità. È necessario
sensibilizzare tutti verso un problema che cresce a dismisura. La natura ha
bisogno della nostra unanime collaborazione per essere tutelata e difesa se
vogliamo crescere in progress. Abbiamo bisogno di educarci e di capire l’importanza che ha l’ambiente
per la nostra sopravvivenza.
Come cambiare chi ha la vista
annebbiata? Chi si lascia avvinghiare dal sonno della ragione? Chi distrugge
impunemente ciò che appartiene a tutti noi?. Non bastano le leggi. La risposta
è da ricercarsi nella coscienza di tutti ma essenzialmente di chi compie tali
flagelli. La coscienza è l’unica in
grado di risvegliare nell’uomo quello spirito di appartenenza che rende caro ad
ognuno ciò che è patrimonio comune. La “parola” scritta, diffusa e letta diventa pertanto l’arma più potente se
utilizzata in ogni luogo per sensibilizzare e mutare in positivo pensieri
lugubri e cattivi che vengono alimentati in chi forse non ha mai rivolto alla
natura uno sguardo di amore e di apprezzamento. Solo il richiamo alla propria coscienza attraverso
una forte e costante riflessione è in grado di svegliare dal torpore della
negligenza chi non pensa alle conseguenze di atti sconsiderati, chi si crede forte di fronte a una natura che
non può difendersi, senza capire che in quel rogo disarma sé stesso e diventa
poi sempre più vulnerabile nei confronti di forze che gli si rivolteranno
contro. Solo la coscienza potrà richiamarlo alla ragione, mostrargli tutta la
sua meschinità e la sua pochezza
e fargli sentire vergogna, una vergogna atroce che si muti in uno spasmo
sempre più fitto a fronte del giudizio delle generazioni future.
Nel mio libro, appena pubblicato
dedicato alla natura e all’ambiente “Armonie di un giardino toscano”, in un
rapporto temporale con me bambina, concludo dicendo che il mio più grande
desiderio è vedere di nuovo Eos, la rosea Aurora tingersi di un non colore brillante, pronta
ad allietare l’uomo, il creato tutto, e spandere ogni mattina
sugli uomini la rugiada della vita, l’essenza della bellezza e
dell’armonia dell’universo perché ognuno inebriato si interroghi sul proprio
operato e capisca che nulla è più triste che negare al proprio figlio il respiro della vita in tutta la sua purezza.
Si riportano alcune pagine del libro
- L’ambiente, nostro habitat
naturale, appare sempre più preda della nostra incuria che si può combattere
solo con la piena consapevolezza di ciò che avevamo e di ciò che oggi determina
l’invivibilità del pianeta. Dovremmo tutti acquisire piena coscienza del
problema e risentire il richiamo della "fonte della vita" a tutela
della nostra vita. Sarebbe bello e auspicabile dipanare dal cielo la fuliggine
che lo ottenebra e riprendere a viaggiare su una nuvola rosa in un cielo terso,
risalire sul dorso di un delfino e assaporare l’ebbrezza di correre in un mare
limpido e ospitale al corteo delle Nereidi; ritornare ad abbracciare alberi,
boschi e foreste e riscoprire il lungo respiro della natura al magico suono di
Orfeo. Dovremmo… ma non possiamo se non uniti contro il nemico comune
dell’indifferenza, del guadagno, di ciò che impropriamente chiamiamo "progresso" perché ne
sviamo il senso-.
-L’ambiente, come la vita di
ognuno di noi, è un giardino che diventa arido se si lascia incustodito, ma che
può dare frutti copiosi se si coltiva con amore. La scelta è affidata alla
nostra intelligenza e lungimiranza.
Ho amato e amo la natura, immenso
e bellissimo giardino del creato che l’arte ha ripreso in tutto il suo
splendore. Amo ascoltare la sua voce amica, quella
che mi giunge dall’ambiente nel quale vivo e che in ogni ora del giorno mi
chiede di essere conservato.
Vivo il mio rapporto con
l’ambiente con la spontaneità e la leggerezza di quando ero bambina ma
arricchito dalla consapevolezza della sua importanza e della mia maturità-.
-Rapita dall’armonia del cosmo,
tutto mi appare fantastico mentre ad occhi chiusi viaggio come novello Icaro in
una fantasmagoria di colori, in un arcobaleno di suoni e di profumi, di una
natura che mi sorride, al di là del sogno, nelle vesti di Eos-.
Regione Toscana Consiglio
Regionale
Anna Lanzetta “Armonie di un giardino toscano” Racconti,
arte, mito e fantasia.
Edizioni dell’Assemblea
Il volume è in distribuzione
gratuita.
Il libro si può leggere o scaricare direttamente sul sito della Regione Toscana
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