Eva Fischer Autoritratto |
Martedì 7 luglio, la pittrice Eva Fischer è
morta a Roma, nella sua casa di Trastevere. Roma era la sua città di adozione anche se come leggo la
sua arte si è espansa in molte altre città, come Parigi, Madrid, Gerusalemme,
Londra e in molti cuori per raccontare, dire e testimoniare il suo dolore di ex
internata e compartecipe diretta e indiretta di tanti lutti, di morti, presenze
indelebili nel suo cuore. La notizia mi appassiona, la conoscevo poco ma la
riscopro attraverso le immagini delle sue opere. Un colore abbagliante che riproduce la vita di chi non l’ha vissuta,
che nasconde la pena di chi con esso si
esprime, di una solarità che parla di vita, di sole, di gioia; colori
mediterranei che catturano attenzione e riflessione sulla capacità espressiva
dell’arte.
-Dicono che la mia personalità pittorica non somigli a quella di
nessuno. Accetto con sicura modestia questa definizione. Ma se altri trovassero
nei miei quadri colori e modi non miei ne sarei ugualmente lieta poiché in
questo mondo nessuno è figlio di nessuno-.
Parole che toccano nel profondo e
che invitano a leggere fino in fondo al suo colore per coglierne appieno l’identità,
perché per me questo è il senso dell’arte.
Eva Fischer Addio |
La carriera artistica di Eva Fischer costellata da scambi e amicizie con artisti e letterati del suo tempo, è stata sugellata da un lungo sodalizio con Ennio Morricone, che tradusse l’emozione dei suoi cromatismi pittorici nelle magiche note di brani indimenticabili scritti per lei.
Conosciuta in tutto il mondo, nel 2008 il presidente Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.
La sua arte è caratterizzata da colori “mediterranei” e da una profonda e
solare italianità che ne ingentilisce le aeree trasparenze.
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