lunedì 13 aprile 2015

La scuola di Barbiana va a teatro



Quando si parla di “scuola di qualità” bisognerebbe dare un senso alle parole e viene subito in mente la scuola di Barbiana, dove Don Lorenzo Milani spese tutte le sue energie perché la scuola diventasse luogo di accoglienza e di formazione per i più umili secondo il concetto di  una scuola che libera e inserisce nella vita sociale.
Tale è lo spettacolo “Racconti dentro la vita della scuola di Barbiana” ispirato a Il ponte di Luciano a Barbiana di Michele Gesualdi con adattamento e regia di Giovanni Esposito  in collaborazione con Fondazione Don Milani per la Compagnia Teatri d’Imbarco.
Erano gli anni cinquanta quando prendeva forma un progetto educativo innovativo basato sul motto “I care” cioè “mi sta a cuore” e che dovrebbe essere di fondamento alla scuola di oggi: sana, forte, partecipata ma essenzialmente vissuta.
Lo spettacolo rivolto ai  bambini e ai ragazzi ma anche a un pubblico di ogni età, ambientato nella profonda campagna mugellana, concretizza il senso di una  scuola che guardi essenzialmente agli ultimi e di una cultura come base di crescita.



Giovanni veste magnificamente i panni di Don Milani e con un cast di attori eccezionali ci fa vivere la realtà della canonica di Barbiana, lontana dai centri abitati, con l’impianto di  una scuola povera di risorse ma moderna negli obiettivi, aperta  ai ragazzi  più indigenti perché imparino insieme il gioco della vita e un mestiere.
I mille problemi quotidiani e le indigenze non  fermano Don Milani che rivive appieno nelle parole e nella gestualità di Giovanni.
Quei ragazzi sono il  domani della società e  compito  delle istituzioni  è quello di aiutarli. 
La società attraverso la scuola deve inserire e non escludere, rimuovendo gli ostacoli.
Il linguaggio del teatro è universale e tocca profondamente il momento in cui il piccolo Luciano  arriva a scuola con gli abiti inzuppati perché è caduto nel ruscello. “Tutti per uno”, il motto di Barbiana si attiva, i ragazzi vanno in paese con i cartelloni a reclamare i loro diritti e a chiedere al sindaco la costruzione di un ponte per consentire al piccolo Luciano di frequentare la scuola.
Sono passati molti anni, ma quel ponte c’è a testimoniare la volontà e la caparbietà di Don Lorenzo che aveva aperto una giusta strada ai ragazzi.
Il teatro è vita e lo spettacolo fa riflettere, i dialoghi di Giovanni-Don Milani  richiamano una realtà diversa che oggi investe la scuola, che per chiamarsi tale dovrebbe riscoprire il suo significato sociale ma essenzialmente  il rapporto tra docente e allievo fatto di fiducia, di comprensione e di rispetto.
Giovanni, sensibile ai problemi dell’infanzia, della scuola e della società tutta ha fatto del teatro il miglior mezzo di comunicazione perché si guardi al passato come confronto e si riscoprano le radici di una scuola  dove il motto “Tutti per uno” ritorni ad essere  una lezione di vita.
Giovanni, con la sua arte, ci commuove in modo evidente, ci entusiasma, ci stimola e ci offre la possibilità di ripensare e di riflettere, una lezione di teatro da non dimenticare.