I novellatori
Il film di Paolo e Vittorio Taviani, Meraviglioso
Boccaccio, offre una lettura del Decamerone che diventa uno spaccato di
vita.
Le cinque novelle ci conducono
attraverso il racconto dei giovani nei luoghi più salubri lontano dalla peste, metafora del male, del
peccato, della morte che colpisce implacabile, che annulla anche gli affetti
più cari.
La fotografia trasforma il
paesaggio in una galleria d’arte che rispecchia perfettamente, come la colonna sonora, situazioni e stati d’animo.
I costumi ricreano la Firenze del 1300 ma i temi
sconfinano nella modernità di oggi con i
suoi valori e le sue negazioni.
Un film calibrato in ogni
espressione, in ogni manifestazione d’affetti che travalicano il contingente.
È un inno alla vita che riempie
le narici del profumo dei fiori, del sacrificio d’amore, della coscrizione e
della ricerca dell’amore, un’elegia dell’amore, un desiderio di vita troppo
spesso negato che fa riflettere e pensare al ruolo della donna nella società,
vilipesa, picchiata, martoriata ma anche forte nella sua dignità che preferisce
morire e gridare al padre il sopruso di un sentimento che nemmeno la morte
annienterà.
C’erano in sala alcune
scolaresche che, adeguatamente guidate, hanno imparato che ogni testo si può
leggere con molti linguaggi e che ogni elemento si può decodificare oltre le
contingenze.
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