domenica 7 luglio 2019

Il tesoro di Stilo: La Cattolica

La Cattolica di Stilo

Il territorio della Locride è costellato da paesi  arroccati sui monti,  spesso costruiti da profughi per sfuggire alle incursioni turche, con case poste l’una sull’altra tra viuzze e sottopassaggi, detti gafi, come quelli di Grotteria. Tra questi  è Stilo, una delle località più interessanti per storia e arte che vanti la Calabria. La città di Tommaso Campanella e di quel gioiello d’arte bizantina, che è la Cattolica, capolavoro della Calabria meridionale:“Finalmente, alle nove del mattino, entrammo in una delle città più straordinarie d’Italia, protetta da nord a sud, baciata dal riverbero dei raggi del sole, circondata da tutti i lati da masse di rocce nude, appollaiata all’altezza dei nidi delle aquile, inesauribile miniera di ricchezza e di ricordi…”. Così scriveva di Stilo il 27 giugno del 1812 lo scrittore francese Astolphe de Custine nel corso del suo viaggio in Calabria. La Cattolica, tesoro di Stilo, è divisa all’interno  in nove spazi uguali da quattro colonne, lo spazio quadrato centrale e quelli angolari sono coperti da cupole su dei cilindri di diametro uguale, la cupola mediana è leggermente più alta ed ha un diametro maggiore.  La costruzione è a croce greca inserita in una base quadrata, con tre absidi rivolte a oriente ( quella centrale, il bema, conteneva l'altare vero e proprio, quella a nord, il prothesis, accoglieva il rito preparatorio del pane e del vino,  quella a sud, il diakonikon custodiva gli arredi sacri e serviva per la vestizione dei sacerdoti prima della liturgia) e sovrastata da 5 cupolette cilindriche (tipo di costruzione frequente in Georgia, Anatolia e Peloponneso). Sopra l'abside di sinistra è posta una campana (di manifattura locale) del 1577, risalente all'epoca in cui la chiesa fu convertita al rito latino, che raffigura a rilievo una Madonna con Bambino e, limitata da croci, un'iscrizione: « Verbum Caro Factum Est Anno Domini MCLXXVII Mater Misericordiæ ». La Cattolica fu adibita probabilmente anche a oratorio musulmano dato che vi si trovano alcune iscrizioni in lingua araba che lodano Dio: una corrisponde alla shahada, ovvero alla professione di fede: «La Ila ha Illa Alla h wahdahu" ovvero: "Non c'è Dio all'infuori di Dio solo", che presumibilmente vuol dire: "Non vi è Dio all'infuori del Dio unico», mentre un'altra recita: «Lilla hi al Hamdu", ovvero: "A Dio la lode».



La Cattolica, interno, affreschi, dormitio virginis,1410 ca.

Marcello Serra, poeta e scrittore, ricorda in un suo volume il valore simbolico della costruzione: Questo tempio bizantino continua a trasmetterci il messaggio di quella seconda stagione in cui la Calabria accolse nuovamente i Greci, non più guidati dall’oracolo di Delfo, né sostenuti da una volontà di conquista e di potenza, ma dalla fede ascetica degli eremiti e dei monaci basiliani, che avrebbero lasciato con la loro presenza ed il loro esempio una durevole tradizione spirituale in questo popolo assetato di Dio e di giustizia”(Sud Italia chiama Europa,  p.289).
Bastano queste espressioni per capire la bellezza e la portata storica di questo tempietto che, abbarbicato al monte Consolino, domina dall’alto l’abitato di Stilo.
La Cattolica  fu costruita nella terra santa del Basilianismo e del Bizantinismo. 



La Cattolica, capitello rovesciato di spoglio, II-III secolo


Durante il VII secolo, a causa dei continui  attacchi arabi, e per sfuggire alle persecuzioni messe in atto a seguito dell’editto del 726 dall’imperatore bizantino Leone III Isaurico, con il quale si ordinava la distruzione delle immagini sacre e delle icone in tutte le province dell'Impero, i monaci della Cappadocia, in particolare, emigrarono, e seguendo la rotta dei Bizantini diretti in Italia, giunsero, attraverso il canale di Otranto, sulle coste pugliesi, lucane e calabresi e trovarono rifugio nelle  foreste e sulle pendici delle colline, nelle grotte,  che divennero luoghi di preghiera.
Fiorirono laure, eremi, cenobi e monasteri, ricamente istoriati, che come ha precisato Emilio Barillaro, …saranno altrettante fucine di studio e di sapere, e fecondi focolari d’arte, popolati di amanuensi, calligrafi e miniatori, i quali genereranno i primi germi del risveglio artistico, facendo della Calabria la legittima depositaria della tradizione classica in Occidente, l’intermediaria tra il mondo ellenico e la fervida età in cui gli umanisti avrebbero riscoperto e restaurato quella civiltà classica che dalle rive dell’Ilisso si era irradiata a quelle del Tevere. (Terra di Calabria, Annuario di vita regionale, Vol. V, 1968, Pellegrini, Cosenza, p. 30).