A guardarsi intorno sembra un
miracolo, un’azione eccezionale dell’uomo, di uomini venuti anche da lontano
affinché la volontà di conservazione prevalesse sullo scempio operato dalla
natura e Firenze risorse più bella e più ricca grazie a
coloro che accorsero, che non si arresero e ai quali oggi va il nostro
grazie.
Da allora interventi sono stati compiuti a livello urbanistico e
idrogeologico a nostra salvaguardia e dell’intera città ma ci chiediamo se
basta… Non possiamo abbassare la guardia ma bisogna operare affinchè tali
cataclismi non ci colgano impreparati, perché il prezzo di vite umane che in tali
circostanze si paga è troppo alto.
Dobbiamo operare incessantemente per la salvaguardia della nostra vita, della nostra economia, dell’ambiente e per la conservazione del
patrimonio artistico-culturale di cui siamo custodi in termini di bellezza, di memoria
e di ricchezza, costruito da quel “genio” di cui andiamo fieri; non possiamo
rischiare di essere vittime ma dobbiamo trasformarci in operatori per la difesa nostra
e della città con le sue
ricchezze.
Tale evento è stato ampiamente ricordato per la memoria di un vissuto da non dimenticare, per la dedizione, il coraggio e la solidarietà di quanti , incuranti del fango
e dei disagi offrirono le proprie
braccia per cercare il recuperabile. Ancora si lavora, si restaura e
tanto è stato fatto ma ancora molto resta da fare.
Firenze accoglierà tutti gli “angeli del fango” che
risponderanno al suo appello per
stringersi di nuovo insieme in una catena umana che nessun fango potrà mai
spezzare quando a tenerla unita è la volontà, il coraggio e la tenacia.
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