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È una
meravigliosa immersione nell’arte, la mostra “In collezione. Un percorso d’arte
dal XIII al XX secolo” , con la quale per la prima volta viene esposta al
pubblico una selezione della collezione d'arte dell'Ente
Cassa di Risparmio di Firenze, che vanta più di 900 opere.
La Fondazione, ha aperto
le porte della sua sede in via Bufalini per rendere tutti partecipi di questo evento
straordinario.
Ogni sala è un
racconto di vita quotidiana, di momenti di storia, di personaggi, di storia toscana
e di Firenze in particolare. La mostra denota la passione per l’arte di chi ha
acquistato nel corso degli anni opere oggi esposte a beneficio dei visitatori e
di chi ha scelto con cura le opere da esporre. Il progetto scientifico, a cura
di Carlo Sisi, direttore della Commissione Tecnica Arte interna all’Ente,
propone al visitatore un percorso inusitato di opere, dal XIII al XX secolo, esempi
di come stili e generi mutino nel
tempo
Di sala in sala le
opere, scelte con un criterio cronologico, accendono la curiosità e sollecitano
confronti dove guardare, vedere, confrontare e interrogarsi diventano pause per
un dialogo muto ma sotteso con gli
stessi artisti, un lasso di tempo proficuo per creare un rapporto di simbiosi
con l’opera e l’artista.
Le sale di rappresentanza degli uffici della
Fondazione si mutano così in un palcoscenico dove recitano emozioni, sentimenti
e stati d’animo e dove le parole non dette prendono corpo nell’intimo di
ognuno.
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Giotto di Bondone, San Francesco, 1320 ca. |
La curiosità sollecita ogni visitatore e il
percorso propone opere di eccellenza come una splendida manifattura di Doccia o
riporta indietro nel tempo, a quell’arte sacra con fondo oro che accende di
luce la sala con Mariotto di Nardo, Pacino di Bonaguida, Gherardo Starnina, e
altri ma dove a rubare la scena è sempre
Giotto di Bondone.
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Giotto di Bondone, San Giovanni Battista, 1320ca. |
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Da Giotto a Filippino Lippi a Primo Conti è una
continua immersione
nell’arte e riesce
difficile distogliere lo sguardo da opere con le quali il dialogo si impone:
Ghirlandaio, Filippino Lippi, Perugino, Vasari e Wauters.
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Carlo Canella, Veduta di piazza della Signoria dalla Loggia dei Lanzi, 1830 | |
Le opere scelte parlano in prevalenza della
storia della Toscana e di Firenze in particolare con ritratti di personaggi dei
Medici e degli Asburgo-Lorena, con paesaggi e luoghi cari alla memoria in un traslato
tra passato e presente nelle opere di Giuseppe Zocchi, Pandolfo Reschi, Thomas
Patch che ci rimandono atmosfere suggestive e ancora T. Hartley Gromek, Giovanni Signorini, Lorenzo
Gelati, Carlo Canella, E. Augustus Gifford e Giuseppe Moricci e le innumerevoli
Vedute di Firenze antica di Fabio Borbottoni.
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Lorenzo Gelati, L'Arno alla pescaia di San Niccolò al tramonto, 1860 |
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Francesco Gioli, Acquaiola, 1891 |
Bellezza si aggiunge a bellezza con la solarità
di Francesco Gioli, la malinconia di Niccolò Cannicci, i Buoi al pascolo di Giovanni Fattori, e momenti di storia con Pietro
Senno, Odoardo Borrani e Ruggero Panerai.
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Ardengo Soffici, Campi d'autunno, 1907 | |
Si guarda, si ammira e via via l’occhio spazia da
Liewelyn Lloyd a Oscar Ghiglia, da Ardengo Soffici a Felice Casorati, da
Lorenzo Viani a Primo Conti, dalla poesia di Giovanni Colacicchi e poi avanti
con Luigi Gioli, Mariotto di Nardo, Angiolo Tommasi e Niccolò Cannicci. Alla
fine del percorso, lo sguardo a forza si distoglie; abbandonare il luogo è
difficile come difficile è chiudere un libro aperto su una pagina che non
vorresti mai lasciare.
Siamo usciti ma
resta il gusto di ciò che abbiamo visto e il desiderio di rientrare. L’invito è
di visitare la mostra che resterà aperta fino al 15 gennaio per scoprire e leggere
le opere degli artisti menzionati, che diventano pagine letterarie, poesie o
spartiti musicali, per provare emozioni
e nutrirsi appieno del sentimento dell’arte.