Jane Avril che balla, 1893 |
La morte a
37 anni porrà un freno prematuro alla sua arte, alla sua capacità di indagare,
di guardare dentro gli uomini e le cose, tasselli della sua conoscenza, del suo modo di ritagliarsi la vita in quel
mondo apparentemente affascinante della Belle Epoche, del Moulin Rouge. Non un
lampo di gioia o di felicità si coglie nelle sue opere ma un senso del
grottesco in cui egli si mette in gioco con le sue stravaganze, un eloquente rincorrere la vita che non ebbe. Notevole è il
forte espressionismo dei personaggi, espressioni del suo modo di scavare, di scandagliare per
trovare un senso alla vita, alla sua vita.
Nella
ricchezza delle sue opere, trovo la presenza del suo animo anelante ad ergersi
in quello spazio che la natura gli ha negato e ripiegato verso il basso, una
dimensione che fa di lui un gigante dell’osservazione e di una rappresentazione
dell’uomo, affidata ad una tecnica personalissima che non trova pari.
Ballo al <<Moulin Rouge>>, 1890 |
L’arte ha
il grande pregio di narrare l’esistenza e l’intera realtà con un linguaggio che
apparentemente muto risuona nello spettatore con sonorità atta a farti aprire
gli occhi, a guardarti dentro, a scoprire attraverso forme, linee e colori
quella diversità che evidente in alcuni, ognuno di noi si porta dentro fatta di
pregiudizi, di isolamenti, di individualismi che troppo speso ci impediscono di
cogliere il senso più vero di una vita, della vita, della nostra stessa vita.
Cosa si
cela dietro le maschere che Tolouse Lautrech applica ai suoi personaggi? Forte
è lo sguardo verso chi fa dell’arte uno strumento di vita, di piacere, di
sopravvivenza, ma essenzialmente verso sé stesso per vivere almeno in apparenza
l’avventura di una vita che gli fu ostile. E se non fosse stato così poco
benvoluto dalla vita a quale genere di arte si sarebbe rivolto? Forse la stessa
o avrebbe prodotto qualcosa che non sapremo mai. Intanto lo scorrere delle sue
opere è un’indagine minuziosa e accurata dell’animo umano che l’arte è in grado
di rivelare.
<<Moulin Rouge>>: La Goulue, 1891 |