“Bellezza
divina” non è solo una mostra ma un’opportunità per gli studenti di ogni
ordine e grado, per una riflessione sul mistero dell’esistenza e sui mali che
affliggono l’umanità.
L’arte, in qualsiasi forma si
manifesti non può essere altro che ricchezza, una ricchezza per lo spirito,
tale è “Bellezza divina”, un libro aperto che di
pagina in pagina rivela attraverso forme, linee e colori, il senso puro della
bellezza in una visione storico-temporale.
Il senso del sacro che colpisce come primo elemento
viene immediatamente assorbito da altri valori e da altre valenze in una prospettiva globale.
L’arte può essere indice di turbamento quando, e in
positivo, scuote le coscienze ma è uno dei mezzi più efficaci per coinvolgere
l’individuo e indurlo a pensare, e nel caso della mostra, alla realtà sociale e
alle varie problematiche che sconvolgono
il mondo.
La mostra è un percorso in cui ogni
artista, con un linguaggio diverso ci comunica attraverso
l’elemento sacro un proprio messaggio
che ci invita a riflettere sulla
condizione dell’uomo al di là di ogni credo religioso. Leviganti sono le opere
dalle quali spira la purezza dei sentimenti: Maria dà luce ai pargoli cristiani di Adolf Wild, la delicatezza
dei pensieri: Madonna col Bambino di
Libero Andreotti, l’eleganza espressiva: Annunciazione
di Vittorio Colcos, la semplicità degli
elementi: il Presepio di Arturo
Martini, la poesia nella Natività di
Pietro Bugiani, Il grido di dolore, la passione e il dramma della morte riconducibili all’intera umanità toccano profondamente, come: Ecce Homo di Georges Rouault, una
rappresentazione pungente della sofferenza prodotta dall’ingiustizia e dalla
violenza, Cristo e la Veronica di Otto Dix nel
cui espressionismo è palese il suo
dissenso dalla guerra e dal regime nazista; temi, figure e personaggi, ognuno
portatore di verità e di bellezza nel linguaggio più raffinato dell’arte.
Poche opere ho citato in modo
esemplificativo, ma la bellezza dell’intera mostra si può godere soltanto
visitandola.