martedì 3 novembre 2015

Pier Paolo Pasolini. Un ricordo



Pier Paolo Pasolini

Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Muore assassinato a Ostia il 2 novembre 1975.
Ci hanno defraudato del suo pensiero, forse perché troppo scomodo  per il suo tempo ma anche  per oggi. Qualcosa di importante fu spento nel suo corpo, una ricchezza  fu spenta per le nostre menti. Un furto ideologico e un assassinio tra i più efferati che nessun tempo potrà mai giustificare.
Resta la sua eredità, di intellettuale che seppe guardare oltre il suo tempo, che anticipò verità del nostro tempo. Nel ricordo l’invito a rileggerlo e a riscoprirlo attraverso i suoi molteplici linguaggi di poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista ed editorialista italiano.
La sua morte prematura è per tutti coloro che credono nel valore della cultura, una perdita incolmabile.

Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo, ci ha insegnato con le sue opere a guardare oltre le cose con piena  libertà di pensiero.

Si può assassinare l’uomo ma non l’idea dell’uomo e di Pasolini  resterà in ognuno di noicome ricchezza dello spirito, il suo pensiero, la sua poesia, il suo essere libero.
A 40 anni dalla morte i suoi scritti riflettono una realtà di oggi sconvolgente.

Incipit di alcune opere di Pasolini:
Intorno ai quarant’anni, mi accorsi di trovarmi in un momento molto oscuro della mia vita. Qualunque cosa facessi, nella «Selva» della realtà del 1963, anno in cui ero giunto, assurdamente impreparato a quell'esclusione dalla vita degli altri che è la ripetizione della propria, c'era un senso di oscurità. Non direi di nausea, o di angoscia: anzi, in quell'oscurità, per dire il vero, c'era qualcosa di terribilmente luminoso: la luce della vecchia verità, se vogliamo, quella davanti a cui non c'è più niente da dire. (La Divina Mimesis)

Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s'era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare. (Ragazzi di vita)

Tommaso, Lello, il Zuccabbo e gli altri ragazzini che abitavano nel villaggio di baracche sulla Via dei Monti di Pietralata, come sempre dopo mangiato, arrivarono davanti alla scuola una mezzoretta prima. (Una vita violenta)
Sono passati molti anni dalle mie prime letture, e per ricordarlo ho ripreso in mano i suoi libri per rileggerli e capirne fino in fondo il senso, alla luce della verità.
Ho rivisto il film “Mamma Roma” e mi ha colpito il senso di malinconia che è poi diventato mio.