Achille Funi, Una persona e due età, 1924
La guardo e mi stupisco della somiglianza. Mi rivedo giovane
accanto a lei. Tutti mi dicono che
assomiglio alla mia mamma e ci credo, specialmente ora che anche il mio
volto si va coprendo dei segni dell’età. Nel quadro la rivedo amorevole e
sollecita, pronta sempre ad ascoltarmi. Il volto rigato dagli anni è ricco di
saperi e di amore. Le mani mostrano il lungo lavoro condotto con dedizione e
consapevolezza. In lei ritrovo la mia fisionomia e mi rivedo quando giovane, seduta accanto a
lei, aspettavo che si raccontasse, pronta a sorreggerla o meglio a sorreggermi al suo
braccio per sostenermi, perché mi
aiutasse, mi suggerisse, mi indicasse la giusta traiettoria.
“… Tu sei di tua
madre lo specchio,
ed ella in te rivive
il dolce aprile del fior
dei suoi anni…”
William Shakespeare
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