venerdì 9 dicembre 2011

Viaggiando con artisti e letterati. Il Vesuvio, 1





Visitando l’Italia non poteva mancare una sosta al Vesuvio, simbolo di Napoli.

Nei miei scatti ho trasfuso le mie emozioni

Lo spettacolo che offre il Vesuvio è indescrivibile per le emozioni che regala al visitatore e per i momenti di storia che rievoca.


Un viaggio lungo le sue pendici fino alla bocca del cratere è imperdibile.

Il Vesuvio ha nutrito l’estro e la penna di artisti e letterati e sarà in loro compagnia che ne vivremo le atmosfere.




William Turner (Londra, 1775, Chelsea, 1851), Autoritratto, 1798

Il pittore Turner non fu indifferente alla bellezza dell’Italia, già tanto decantata e per la sua ricerca pittorica sentì che un viaggio era inevitabile. Il 1° agosto del 1819 si imbarcò per l’Italia e vi soggiornò per sei mesi, visitando molte città, tra cui Napoli e  ritrasse il Vesuvio in varie situazioni. 





Turner, Napoli vista da Capodimonte, 1819

Su uno sfondo grigio, il cielo, il mare e la costa  emergono in tutta la loro lucentezza, mentre in lontananza, il Vesuvio emette una leggera nuvola di fumo.




Ritratto di Chateaubriand

Il Viaggio in Italia di Chateaubriand durò sette mesi, durante i quali lo scrittore riuscì a cogliere l’incanto  di molte città ma specialmente di Roma e di Napoli che riportò poi in "Viaggio in Italia".

      5 gennaio 1804


Oggi, 5 gennaio, sono partito da Napoli alle sette del mattino; ora sono a Portici. Il sole è libero dalle nuvole di levante ma la punta del Vesuvio è sempre nella nebbia. Mi accordo con un cicerone per andare al cratere del vulcano. Mi fornisce due muli, uno per me e uno per lui, e partiamo…

Eccomi in cima al Vesuvio, seduto sulla bocca del vulcano scrivo, e sono pronto a scendere in fondo al cratere. Il sole compare di tanto in tanto attraverso il velo di vapori che avvolge tutta la montagna; e nascondendomi uno dei paesaggi più belli della terra, sottolinea l’orrore del luogo. Il Vesuvio, separato dalle nuvole dagli incantevoli paesini che si trovano alle sue pendici, sembra sorgere nel più profondo deserto e quella specie di terrore che ispira non è minimamente attenuato dallo spettacolo d’una città fiorente ai suoi piedi.




William Turner, Il Vesuvio e il convento di San Salvatore, 1794-97

Ritrovo qui quel silenzio assoluto che in altre occasioni ho sentito a mezzogiorno nelle foreste d'America quando, trattenendo il respiro, non sentivo altro che il battito del cuore e delle arterie nelle tempie. Solo a momenti degli sbuffi di vento entrano dalla cima del cono nel cratere e sibilano tra i vestiti o fischiano intorno al mio bastone; sento anche rotolare qualche pietra sotto i passi della guida che calpesta le ceneri. Un'eco confusa, simile al fremito del metallo o del vetro, prolunga il rumore della caduta e poi tutto torna a tacere. Immaginate questo silenzio di morte e poi le detonazioni spaventose che scossero questi stessi luoghi quando il vulcano vomitava il fuoco dalle sue viscere e copriva la terra di tenebre…

Qui non si può fare a meno di considerare la miseria delle cose umane. Cosa sono infatti le grandi rivoluzioni degli imperi di fronte a questi eventi naturali che cambiano la faccia della terra e dei mari? Eppur felici gli uomini, se non impie¬gassero i pochi giorni che devono vivere insieme, a tormentarsi reciprocamente! (Chateaubriand, Saint-Malo, 1768, Parigi,1848 Viaggio in Italia. Il Vesuvio. Passigli Editori).



Anna Lanzetta