mercoledì 14 dicembre 2011

"Quelli che sono morti"




Quelli che sono morti

( da Souffles-1947)

Ascolta più spesso le cose
più che le persone.

La voce del fuoco si intende;
ascolta la voce dell'acqua.
Ascolta nel vento
il cespuglio in singhiozzi:
E' il respiro degli Antenati.

Quelli che sono morti non sono mai andati via
Essi sono qui nell'ombra che si dirada
e nell'ombra che si ispessisce.

I morti non sono sottoterra
essi sono nell'albero che stormisce,
nel bosco che geme
essi sono nell'acqua che scorre,
sono nell'acqua che dorme

essi sono nella capanna essi sono nella folla,
i morti non sono morti.

Quelli che sono morti non sono andati via,
essi sono nel cuore della donna,
essi sono nel bambino che vagisce
e nel tizzone che brucia.

I morti non sono sottoterra:
essi sono nel fuoco che muore,
essi sono nelle rocce che gemono,
essi sono nelle foreste, sono nella casa,
i morti non sono morti.

Birago Diop, poeta senegalese (1906-1989)


Firenze è irritata, offesa e umiliata.

La morte dei due giovani senegalesi e il ferimento degli altri pesa sulla città come un macigno.

Ma che cosa arma la mano di chi uccide? Quale terribile progetto matura dentro fino alle estreme conseguenze?. Forse un’ideologia, forse l’acceso pregiudizio, forse quel “sonno della ragione” che imperterrito ritorna sulla debolezza umana e mette in fuga la fratellanza, la solidarietà, l’ospitalità?.

Firenze è stata terribilmente scossa ma forte è stato l’abbraccio corale dei Fiorentini che si sono stretti intorno alla comunità senegalese.

Il mondo non ha confini e non ha colori ed è bello immaginarlo così: unito e solidale. Ma il gesto che ha macchiato ignobilmente Firenze ci pone l’interrogativo se il sogno di  un intero orizzonte a colori non sia ancora solo utopia!.

La violenza è lesiva della propria e dell’altrui dignità e offende nel profondo chi si sente cittadino del mondo,
chi condanna la violenza senza nessuna riserva, chi crede fermamente nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani e nel principio della sacralità della vita, che nessuna differenza può rendere dissimile.



Foto di Ale


In città, solo il silenzio diventa amico mentre le saracinesche abbassate, i banchi del mercato chiusi, le commemorazioni, le voci di chi è stato partecipe diretto di tale crimine, il lutto cittadino, i fiori deposti con commozione e risentimento rendono concreta la partecipazione di una città che ha saputo rispondere con la sua consueta fierezza e sentita partecipazione a  un gesto efferato, che ha macchiato il suo cuore.

Anna Lanzetta