mercoledì 12 maggio 2021

Un saluto a Luigi Bellini

 Museo Luigi Bellini

L’Arte è la cronaca più bella dei secoli e la cultura è la linfa di un popolo, così recitava  Luigi Bellini, restituendo all’Arte il suo valore educativo.

Si è spento nella notte del 7 maggio Luigi Bellini, uno dei più autorevoli antiquari di Firenze. Non ha retto alle insidie del suo cuore che da anni non gli dava tranquillità.  Nipote dell’omonimo Luigi che nel Dopoguerra si adoperò moltissimo per la ricostruzione del Ponte Santa Trinita, aveva creato la Biennale dell’antiquariato a Firenze. Dal 2008, aveva aperto le porte del suo palazzo sul Lungarno Soderini, una casa-museo che ospita una tra le più prestigiose collezioni private d’Europa.

La Galleria  si presenta al visitatore come un crogiuolo di arte, storia e letteratura. È uno scrigno in cui sono racchiusi tesori inestimabili di Luigi Bellini,  cultore delle Arti, storico attento ai cambiamenti epocali, letterato alla ricerca dell’interazione tra arte e mito e tra arte e letteratura, ricercatore dell’oggetto eccezionale; una casa museo, dove ogni oggetto non è posto casualmente ma acquista una sua ragion d’essere nel rapporto con gli altri oggetti che tracciano percorsi dalla storia romana al Settecento; un libro aperto sotto gli occhi del visitatore che osserva, scruta e ricostruisce, attraverso gli arredi e gli arazzi di pregio il gusto di un’epoca, identificandone la manualità  e ricrea con l’immaginazione una realtà quotidiana, che nessun libro potrà mai regalarci. La sistemazione degli interni risponde a un preciso gusto estetico; ogni oggetto suscita meraviglia per la sua preziosità e al contempo denota l’amore di chi nutre per l’arte una sorta di riverenza e si mostra sensibile a condividere tali tesori con altri, aprendo la propria casa al pubblico. La dimora, di origine quattrocentesca, conserva il fascino d’altri tempi, negli arredi, nei soffitti, nei lampadari, unici nel proprio genere, nei velluti, rasi e broccati, nelle opere d’arte: una veduta del Canaletto, una scultura del Ghiberti, una Madonna di Della Robbia, un dominante Beato Angelico, leggiadri ricami, testimoni di un’arte raffinata e l’occhio viene maliziosamente catturato dal nudo di Paolo Schiavo che colpisce per la sua modernità. Le diverse stanze accomunano oggetti che di volta in volta diventano spaccato di vita domestica, esempio di un gusto estetico e raffinato, tipico di chi conosce l’arte e la conserva con devozione. Ogni oggetto comunica un’emozione e realizza col visitatore una lezione che diventa interattiva tra arte, storia, musica e letteratura; la simbiosi con le cose si rafforza in una trasmissione di percezioni e di emozioni, in un rapporto palmare con artisti e opere che raccontano aneddoti, curiosità, momenti di vita e storie coinvolgenti fino a rendere il visitatore partecipe del tutto, perché l’Arte non è esteriore all’uomo ma è il suo stesso essere, la sua linfa vitale. L’insieme, sobrio e raffinato, accoglie l’ospite con discrezione perchè la vera ricchezza è nello spirito di chi di generazione in generazione si è prodigato per l’arte e ne ha valorizzato e conservato stili che parlano di varie epoche attraverso forme diverse nell’espressione e nella manifattura ma tutte concorrenti a esplicitare il concetto che l’Arte è storia di uomini, di epoche, di artisti e di artigiani in una continuità che pone l’antico in stretto dialogo col moderno e rende il visitatore partecipe di ogni tempo. Luigi Bellini, al quale va il nostro ringraziamento, non poteva lasciarci un dono più bello, nella piena consapevolezza che l’Arte deve essere patrimonio collettivo, ma essenzialmente dei giovani e studenti tutti, che mai come oggi hanno bisogno di nutrire lo spirito di sapere e di verità.


 Luigi Bellini, Antiquario