domenica 13 dicembre 2015

Meraviglia dell'arte:gli affreschi di Benozzo Gozzoli a Montefalco



Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Chiesa di San Fortunato in Montefalco (1450-52)

Montefalco conserva all'interno del Museo della ex Chiesa di San Francesco, ora Pinacoteca Comunale uno dei più grandi gioielli dell’arte italiana e dell’Umbria in particolare: l'abside centrale affrescata da Benozzo Gozzoli nel 1452. Essa narra la  vita di San Francesco con forti richiami all’opera di Giotto ad Assisi. La narrazione procede dal basso verso l'alto e culmina nella volta con la gloria di San Francesco. Tutto il ciclo si legge pagina dopo pagina come un libro.
Ogni riquadro o veletta ha, dipinta nella base, una iscrizione esplicativa di quanto raffigurato.
 


Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La Nascita di san Francesco, la Profezia del pellegrino e l'Omaggio dell’uomo semplice (Scena 1)

 

L’ Italia è tappezzata da magnifici borghi che le conferiscono bellezza e ricchezza di valori artistici, uno di questi  è Montefalco. Il borgo domina un’ampia vallata che da Perugia si estende sino a Spoleto e per la sua incantevole posizione è chiamata “Ringhiera dell’Umbria”.
Montefalco conserva integra la struttura  medioevale con le mura cittadine, stupendamente conservate e le  quattro porte d'ingresso. L’urbanistica  riporta indietro nel tempo e con palazzi e chiese ne ripercorre la storia costellata dalla presenza di personaggi importanti tra i quali la mistica agostiniana S. Chiara della Croce (1268-1308) e il pittore Francesco Melanzio  (1460-1519) allievo del Perugino. Il borgo ebbe momenti di storia molto importanti, accolse i pontefici Nicolò V e Giulio III e ospitò i due imperatori svevi, Federico Barbarossa e Federico II che nel 1249 le impose il nome di Montefalco. 



Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La Rinuncia degli averi  (Scena 3).


Nel Rinascimento, Montefalco divenne culla di artisti di chiara fama che hanno lasciato preziose testimonianze.



Benozzo Gozzoli, La Morte e l’Assunzione in cielo di Francesco (Scena 12).  



Ma come per ogni forma d’arte, l’opera e  il luogo vanno visitati direttamente, perché ogni espressione sarebbe inadatta a descriverli e bisogna ammirarli  muniti di amore per l’arte e vestiti di umiltà perché gli affreschi tolgono il respiro e se ne può pregustare la bellezza dai riquadri qui inseriti.